Alleanza italo-austriaca per rivedere la Direttiva Packaging alla luce della consultazione europea promossa in primavera dalla Commissione [aggiornato].
22 dicembre 2011 08:23
[aggiornamento - 22.12.2011] Neanche il tempo di mettere online l'articolo che giunge notizia di una richiesta al Governo Italiano proveniente dal senatore del Pd Francesco Ferrante, responsabile delle politiche per i cambiamenti climatici per i Democratici. Il senatore, uno dei promotori della messa al bando degli shopper al tempo del Governo Prodi, ha chiesto oggi all'esecutivo di emanare un decreto per stabilire i corretti parametri di dissolvenza nell'ambiente degli shopper facendo esplicito riferimento alla EN 13432: "l'unica norma che ci metterà al riparo dalle truffe, e renda ancora più efficace una norma, quella sulla messa al bando delle buste di plastica, che in un solo anno ha già prodotto importanti risultati e che viene considerata dall'Unione europea come un fiore all'occhiello dell'Italia in campo ambientale". Secondo Ferrante: "Ancora molto si può fare, soprattutto nella piccola distribuzione e contro i finti sacchetti biodegrabili che si sono letteralmente 'mangiati' metà del mercato a danno dei produttori onesti di sacchetti biodegradabili e computabili". "Sono certo - conclude l'esponente dei Democratici - che questo governo provvederà al più presto ad assumere i provvedimenti adeguati affinché una misura, che una volta tanto ci vede all'avanguardia in Europa in campo ambientale, possa trovare una più completa attuazione".
[articolo orginale] A Bruxelles torna a farsi sentire il 'partito' trasversale dei fautori della messa al bando dei sacchetti usa-e-getta non biodegradabili, attraverso due iniziative avviate nelle scorse settimane.
Interrogazione alla Commissione. La prima vede protagonista il parlamentare europeo del Partito Democratico, Vittorio Prodi, che insieme a quaranta Eurodeputati ha presentato il 23 novembre scorso un'interrogazione alla Commissione Europea per sapere quali passi concreti seguiranno alla consultazione sulla messa al bando degli shopper in plastica promossa in primavera, in particolare sull’ipotesi di revisione della direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. Nell'interrogazione, gli eurodeputati chiedono se nella revisione verrà introdotto un bando europeo dei sacchetti monouso per l’asporto delle merci; se saranno fissati obiettivi per la minimizzazione dell’utilizzo di questi manufatti; se saranno promosse nuove iniziative legislative per sostenere produzione e utilizzo di packaging biodegradabile e compostabile conforme allo standard CEN 13432. Infine, se la commissione intende sollecitare gli stati membri affinché chiariscano all’industria che il packaging immesso sul mercato deve essere solo quello conforme alla Direttiva e agli standard di riferimento.
Appoggio da Assobioplastiche. La posizione dell'On.Prodi, viene sostenuta da Assobioplastiche, associazione che nel nostro paese rappresenta la filiera dei prodotti in biopolimeri: "Riteniamo che rappresenti un importante contributo alla chiarezza in un momento nel quale l’industria delle bioplastiche evidenzia la necessità di promuovere la conformità allo standard CEN 13432 alla luce di una fase di rapido sviluppo, in molti paesi europei, di rilevantissimi casi studio di produzione ed uso di manufatti prodotti con bioplastiche - si legge in una nota -. Le principali catene della Grande distribuzione organizzata stanno attuando, su tutto il territorio comunitario, forti azioni per la riduzione del consumo delle buste asporto merci monouso in plastica tradizionale, mentre la posizione italiana di bando dei sacchetti non biodegradabili e compostabili ha registrato, all’ultimo Consiglio Europeo dell’ambiente, un importante presa di posizione dell’Austria che chiede anch’essa una revisione della Direttiva 94/62".
Anche l'Austria si muove. La posizione ufficiale austriaca rappresenta la seconda novità nel dibattito sulla messa al bando dei sacchetti. All’ultimo consiglio dei ministri dell’Ambiente, svoltosi il 19 dicembre, le delegazioni italiana e austriaca hanno sottoscritto una dichiarazione comune nella quale chiedono al commissario all’ambiente Poto?nik di illustrare le iniziative della Commissione alla luce della consultazione pubblica, che ha visto una maggioranza di pareri favorevoli all'estensione del divieto. La commissione ha confermato che intende condurre un’approfondita analisi della situazione, all'interno di uno studio che dovrebbe essere completato nella prossima primavera.
C'è chi dice no. Fortemente contrari al provvedimento sono, ovviamente, i produttori di sacchetti in plastica. Tra i più attivi ci sono i produttori tedeschi di imballaggi riuniti nella IK Industrievereinigung Kunststoffverpackungen, che a più riprese hanno sostenuto l'inutilità del provvedimento, in particolare nei paesi come la Germania che riciclano da tempo, in grandi percentuali, i packaging in plastica. Attività più complicata nel caso dei bioshopper. "I cittadini tedeschi consumano in media 65 sacchetti ogni anno, ognuno del peso di 15 grammi - argomenta IK - Ciò significa 975 grammi di polietilene in un anno, che richiedono un equivalente quantità di petrolio, che corrisponde a meno di un litro di benzina con il quale un'auto di media cilindrata percorre intorno ai 15 chilometri".
In Italia tutto tace. Nel nostro paese, intanto, considerati i ben più gravi problemi all'ordine del giorno dell'esecutivo, si è imposta una sorta di tregua all'insegna di uno status quo che definire ambiguo è poco. Non sono stati emanati i decreti attuativi, inesistenti le circolari esplicative e in qualche cassetto giace il disegno di legge annunciato dal precedente Governo. Il provvedimento che vieta la commercializzazione di sacchetti non biodegradabili è lasciato quindi alla discrezionalità di commercianti e GDO: c'è chi ha adottato l'interpretazione più restrittiva, distribuendo solo sacchetti biodegradabili e compostabili secondo la norma EN 13432 (soprattutto le grandi catene della distribuzione organizzata), chi si affida ai sacchetti di polietilene additivato con sostanze oxo-biodegradabili (che non garantiscono però la compostabilità, per altro non prevista dal bando) e, secondo alcune associazioni ambientalistiche, circolano anche sacchetti "tarocchi", prodotti in polietilene come quelli vietati, ma decorati con marchi e scritte più o meno improbabili. Tanto i controlli non ci sono e, se anche vi fossero, non sono comunque previste sanzioni per gli inadempienti.
© Polimerica - Riproduzione riservata
Viale Buonarroti, 10 - 28100 Novara (NO)
Tel: 0321 398648 - Fax: 0321 398650
Web: www.leanplastic.it - Email: info@grecuconsulting.com
Viale Kennedy , 986 - 21050 Marnate (VA)
Tel: 0331 389077 - Fax: 0331 389078
Web: www.vanettimaster.com/ - Email: vanetti@vanettimaster.com
Via della Merlata, 28 - 20014 Nerviano (MI)
Tel: +39 0331 587171 - Fax: +39 0331 584212
Web: www.frilvam.com/ - Email: frilvam@frilvam.com
Via Savona, 97 - 20144 Milano (MI)
Tel: +39 02.47711169 - Fax: +39 02.47711188
Web: www.plasticconsult.it - Email: info@plasticconsult.it
Olians Plast introduce un nuovo servizio per la sua gamma di polimeri termoplastici rigenerati OLIFOUR.
Il portale verticale dedicato all'industria delle materie plastiche ora propone un servizio di basic assessment sui requisiti necessari per poter rispettare le normative UE.