All'Assemblea di Federazione Gomma Plastica si è fatto il punto sul settore, che sta soffrendo margini compressi, credit crunch e un calo della produttività.
3 luglio 2012 06:37
In un'affollata assemblea tenutasi venerdì scorso a Milano, i trasformatori che si riconoscono nella Federazione Gomma Plastica (Unionplast e Assogomma) hanno fatto il punto sulla situazione economica presente e futura, in un periodo tra i più cupi per il manifatturiero italiano.
Nella sua relazione, il Presidente Nicola Centonze ha illustrato i dati 2011, che vedono i consumi italiani di materie plastiche in flessione di quattro punti percentuali, per un totale di 6,3 milioni di tonnellate, mentre la gomma ha chiuso l'anno in positivo, con un incremento dei volumi del 5%, con i pneumatici che hanno più che compensato la flessione degli articoli tecnici. Una situazione destinata però a degradarsi ulteriormente nel corso del 2012, considerando la forte crisi attraversata dal settore automotive.
Al di là dei volumi trasformati, i problemi per le aziende del settore sono altri: la bassa marginalità, con difficoltà a trasferire gli aumenti dei costi a valle, che sta provocando al chiusura di aziende e la perdita di posti di lavoro, aggravata dai ritardi nei pagamenti; tassazione troppo alta - anche se, ha commentato Centonze, forse necessaria -, investimenti per la crescita fermi da anni, eccessiva burocratizzazione della pubblica amministrazione e mercato del lavoro ingessato. Tutti fattori che disincentivano gli investimenti stranieri nel nostro paese, spingendo invece le nostre imprese a delocalizzare all'estero.
"In molti oggi rimpiangono le svalutazioni competitive, utilizzate in passato per rilanciare le attività economiche in tempi di crisi", ha affermato il presidente di Federazione Gomma Plastica. La tutela dell'euro si sta infatti sgretolando e la speculazione internazionale rende difficile e costoso, senz'altro più rispetto ai competitor tedeschi, il ricorso all'indebitamento per sostenere la crescita.
A livello europeo, ha ricordato Centonze, le imprese hanno accettato regole ambientali e sociali onerose, che fuori dal continente non sono state invece adottate. Così, da oltreoceano approdano sul continente prodotti più economici, ma a volte dannosi o scadenti. Il mercato va quindi difeso dalle aggressioni commerciali provenienti dai paesi low-cost.
In tema di contratto di lavoro, che scade a fine anno, Centonze ha preferito non esprimere giudizi prima di vedere la piattaforma sindacale, che sarà presentata a luglio. Ha ricordato gli effetti benefici e distensivi dell'accordo interconfederale del 28 giugno dello scorso anno. Il Presidente di FGP ha però notato come nelle prime proposte anticipate dai sindacati manchi un riferimento all'indice armonizzato IPCA per la definizione degli aumenti salariali, come invece previsto dagli accorodi del 15 aprile 2009.
Al Governo, i trasformatori chiedono un aiuto per rilanciare la crescita a livello nazionale, attraverso una maggiore capitalizzazione delle imprese: l'ACE (Aiuto alla Crescita Economica, varato con il DL Salva Italia) va in questa direzione, ma non è sufficiente, ha dichiarato Centonze. Occorrono misure più incisive quali la Tremonti Ter, un accesso al credito non penalizzante per le imprese e investimenti in ricerca e sviluppo. La sfida - ha ricordato Centonze - si gioca sempre più sulla produttività e quella italiana è tra le più basse in Europa, con un divario con la Germania che invece di ridursi continua ad aumentare.
Nel corso dell'Assemblea sono intervenuti anche il giornalista economico Oscar Giannino e il Vicepresidente di Confindustria Stefano Dolcetta, amministratore delegato della Fiamm, società specializzata nella produzione di batterie e componenti auto, grande consumatore di materie plastiche (circa 12mila tonnellate annue e livello di gruppo) e di cavi, pari a 10.000 km ogni anno per il solo settore automotive. Tanto da autocandidarsi ad una affiliazione onoraria alla Federazione.
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