7 gennaio 2016 08:30
A come Automobile. Mese dopo mese, le immatricolazioni di autovetture in Italia sono cresciute con tassi quasi sempre a due cifre, fino a chiudere l’anno a 1,57 milioni di unità, in progressione del 16% rispetto al 2014. Oltre alle vendite è aumentata anche la produzione nazionale, con effetti benefici sull’intero manifatturiero e - manco a dirlo - sul settore delle materie plastiche e gomma. Il 2016 è previsto ancora in ripresa, con un target - a regime - tra 1,8 e 1,9 milioni di immatricolazioni l’anno. (TAG: automotive)
B come Bioplastiche. Mercato ancora di nicchia, se comparato ai volumi delle plastiche tradizionali, ma in crescita e in continua evoluzione. Le stime di European Bioplastics indicano una produzione di poco inferiore a 2 milioni di tonnellate, che dovrebbe quadruplicarsi entro il 2009. A giovarsi della crescita saranno soprattutto le bioplastiche biobased, ma non biodegradabili, come il polietilene e il PET, ottenute da materie prime rinnovabili. La buona notizia è che l’Italia è uno dei principali produttori europei di biopolimeri; quella cattiva è che non lo sarà a lungo: in futuro sarà l’Asia a dominare il mercato, con l’80% delle capacità installate, contro un misero 5% in mano al Vecchio continente. (TAG: bioplastiche)
C come Covestro. Le plastiche lasciano Bayer. Dallo scorporo della divisione MaterialScience, il 1° settembre 2015 è nata Covestro, società indipendente, quotata in Borsa, con giro d’affari pro-forma di 11,76 miliardi di euro e un Ebitda di 1,16 miliardi (dati 2014). In portafoglio policarbonato, materie prime poliuretaniche (MDI e TDI), coating ed adesivi prodotti in una trentina di impianti (due dei quali in Italia, a Filago e Nera Montoro) dove lavorano quasi 16mila addetti. (TAG: Covestro)
D come DowDuPont. Non c’è dubbio: è l’operazione dell’anno. Annunciata all’inizio di dicembre e ancora in fase embrionale, la fusione tra i due gruppi chimici statunitensi darà vita ad un gruppo con capitalizzazone in borsa di 130 miliardi di dollari e vendite superiori a 80 miliardi. Il piano prevede la fusione e il successivo scorporo delle attività in tre società indipendenti - controllate da una holding - dedicate rispettivamente a: Agriculture, Material Science e Specialty Products. Le materie plastiche finiranno in Material Science: questa società accorperà la divisione Performance Materials di DuPont con le business unit Dow Performance Plastics, Performance Materials and Chemicals, Infrastructure Solutions e Consumer Solutions (ad eccezione delle attività Electronic Materials), per un giro d’affari, nel 2014, pari a 51 miliardi di dollari. (TAG: DowDuPont)
E come Economia circolare. Una pioggia di soldi - vedremo se reali o virtuali - dovrebbe spingere l’economia europea verso un futuro più verde. A dicembre, infatti, La Commissione europea ha adottato il Circular Economy Package, mettendo sul piatto sei miliardi di euro con l’obiettivo di aumentare la competitività, l’occupazione e innescare una crescita economica basata sulla green economy. Più in piccolo, anche l’Italia si sta muovendo: con il Collegato Ambientale approvato dal parlamento prima di Natale, sono state introdotte una serie di misure per il rilancio dell’economia circolare: dagli acquisti verdi alla sperimentazione del vuoto a rendere, fino al nuovo marchio Made Green in Italy. (TAG: economia circolare)
F come Forza Maggiore. Usata - secondo alcuni - con estrema disinvoltura, la Force majeure ha provocato una scarsità di plastiche sul mercato europeo, portando a innalzamenti dei prezzi non giustificati dal basso costo delle materie prime e - sempre secondo alcuni - mettendo addirittura a rischio la timida ripresa industriale. Ad infuriarsi sono stati soprattutto i trasformatori e l’industria del packaging, che dopo aver minacciato di approvvigionarsi altrove hanno chiesto a Bruxelles l’eliminazione o una forte riduzione dei dazi doganali sui materiali di difficile approvvigionamento. (TAG: forza maggiore)
G come Guardia di Finanza. Tra fatture false, strane triangolazioni con l’estero, evasione fiscale e articoli contraffatti o importati illegalmente, le forze dell’ordine hanno avuto più volte occasione di occuparsi dell'industria delle materie plastiche. La frode più gettonata è quella carosello, che prevede un giro di fatture basata sulla presentazione in dogana di false dichiarazioni con cui la società importatrice evita il pagamento dell’IVA come previsto nelle cessioni intracomunitarie. Nei successivi passaggi, le merci vengono vendute sul territorio nazionale da società “cartiere” che incassano l’IVA senza versarla all’Erario, per poi fallire. In periodi di crisi, procurarsi clienti praticando sconti a due cifre non è difficile, anche se a volte la tentazione di fare un buon affare può costar caro. (TAG: Guardia di finanza)
H come high-tech. E’ l’asso nella manica che dovrebbe consentire alle imprese europee di competere nei mercati emergenti senza farsi travolgere dalle produzioni low-cost. Facile a dirsi, più difficile a farsi, anche perché questi paesi tendono ad emergere anche a livello tecnologico. Resta il fatto che nelle tecnologie di trasformazione il Made in Europe ha ancora buone carte in mano, dalla riduzione dei consumi energetici a Industria 4.0: se le saprà giocare bene potrà beneficiare della crescente domanda di tecnologia.
I come Industria 4.0. Ormai è un mantra: il futuro del manifatturiero sono le fabbriche intelligenti, sempre più interconnesse all’interno e all’esterno. E fuori dalle fabbriche, l’Internet delle cose. Oltre alla ferraglia, sarà il software a fare al differenza, ma perché la rivoluzione digitale esplichi i suoi benefici occorrono aziende strutturate, investimenti e una forza lavoro adeguata ai nuovi compiti, oltre ad un’infrastruttura di rete moderna e affidabile. Per l’Italia una grande sfida da affrontare, ma anche una grande opportunità per le piccole e medie imprese. (TAG: industria 4.0)
L come Ladri di plastica. Hanno imperversato anche l’anno scorso, portando via dalle aziende interi carichi di materie prime, anche commodities. Qualcuno è stato pizzicato dalle forze dell’ordine, ma le condanne raramente superano l’anno di carcere. (TAG: furto)
M come Marine littering. Negli ultimi anni è cresciuto il fronte contro l’inquinamento di oceani e mari domestici, dove i rifiuti plastici se non sono i più pericolosi, sono senz’altri i più visibili, per la loro resistenza alla degradazione. Anche l’industria delle materie plastiche si sta impegnando in questa battaglia, che richiede però una maggiore sensibilità ambientale da parte dei cittadini. Perché se il rifiuto finisce in mare, certamente non vi è andato da solo…(TAG: marine littering)
N come NPE. La fiera statunitense delle materie plastiche, tenutasi nell’aprile dell’anno scorso a Orlando, in Florida, è stata senza dubbio un successo: 2.029 espositori su una superficie di 104.800 metri quadrati, in crescita rispetto ai 96.700 m2 dell’edizione precedente, ma soprattutto un incremento di quasi il 20% dei visitatori, che hanno raggiunto quota 65.810. Senza dubbio la migliore testimonianza del periodo d’oro per l’industria americana delle materie plastiche e, più in generale, dell'industria manifatturiera. Con solo qualche strascico nella scelta delle date della prossima edizione: 7-11 maggio 2018, in plateale sovrapposizione con il Plast di Milano che - per evitare disagi agli espositori - ha deciso di anticipare la manifestazione di otto mesi, dal 26 al 30 settembre 2017. (TAG: NPE)
O come Ottimismo. È necessario, quasi obbligatorio, per ogni imprenditore che si rispetti. Dopo anni di crisi, finalmente i numeri dell’economia italiana hanno rimesso il segno più davanti. Il 2015 è stato l’anno della stabilizzazione, pur a livelli minimi, il 2016 dovrebbe segnare una più netta inversione di rotta, già anticipata da alcuni settori industriali, auto in primis. Per l’industria delle materie plastiche il risveglio sul fronte dei consumi si è già mostrato (i dati 2015 riserveranno belle sorprese), ma la redditività delle imprese resta ancora bassa. Ottimismo vuol dire anche voglia di investire e, complici i recenti incentivi del Governo (Nuova Sabatini, superammortamento), non poche imprese trasformatrici hanno rimesso mano al portafoglio per ammodernare i reparti.
P come Plast 2015. L’anno appena trascorso è stato segnato anche da Plast, la triennale italiana delle materie plastiche e della gomma. I numeri relativi a visitatori ed espositori sono stati più o meno in linea con quelli dell’edizione precedente, ma in tempi di crisi non si ci poteva aspettare di più. La fiera milanese può ancora crescere, ma occorre che il mercato interno esca dallo stagno della recessione. Il prossimo appuntamento con Plast è nel 2017, dal 26 al 27 settembre, in anticipo di otto mesi rispetto al previsto per non sovrapporsi ad altre manifestazioni internazionali. (TAG: Plast2015)
Q come Quadratura. Quella del cerchio è impossibile, quella dei bilanci, di questi tempi, molto difficile. Il prezzo del petrolio ai minimi livelli ha ridotto sì il costo delle materie prime, ma la pressione sul lato della domanda ha compresso i margini, senza contare che alcuni oneri come il lavoro o l’energia non hanno mostrato la stessa tendenza al ribasso.
R come Rinnovo CCNL. È bastato meno di un mese per trovare un accordo, che sembra accontentare tutti. I lavoratori hanno strappato un aumento ai minimi di 76 euro, le aziende hanno guadagnato un anno prima di veder lievitare i costi del lavoro, in attesa di una ripresa quanto mai necessaria per garantire la sopravvivenza di molte aziende che lavorano prevalentemente sul mercato interno. Le parti si sono infatti accordate per una moratoria che congelerà per tutto il 2016 i termini economici e normativi del nuovo contratto.
(TAG Ccnl)
S come Spin-off. mai come in questi anni vanno di moda nella chimica. Si spezzetta, si concentra, si riduce con l’obiettivo di lasciare briglia sciolta - finanziariamente - alle attività più profittevoli. Prima di tutto bisogna accontentare gli azionisti, poco desiderosi di investire in attività cicliche e a bassa remuneratività come le commodities.
T come Taglia-shopper. A maggio, con la decisione del Parlamento Europeo, si sono spente le ultime speranze di chi voleva riportare in auge, nel nostro paese, i sacchetti per la spesa in plastica. La Direttiva UE 2015/720 “taglia-shopper”, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il 6 maggio 2015, impone ai paesi membri di ridurre il consumo di sacchetti monouso in plastica, anche mediante misure draconiane come la loro messa al bando. (TAG: taglia-shopper)
U come USA. Due le parole d’ordine della ripresa industriale americana: shale-gas e reshoring. Energia e materie prime petrolchimiche a basso costo, insieme ad una politica monetaria espansiva, hanno fatto uscire dalle secche l’economia statunitense, e molte imprese che avevano deciso di delocalizzare all’estero sono tornate a produrre in patria. Il rischio di nuove bolle speculative sui mercati delle materie prime e il basso costo del greggio, che rende sempre meno conveniente il gas da scisto, potrebbero però inceppare il meccanismo. Nel frattempo, complice l’Euro debole, le nostre imprese stanno beneficiando della domanda americana e, in qualche caso, hanno deciso di produrre direttamente in loco.
V come Versalis. È il tormentone degli ultimi mesi. ENI cerca un partner per sviluppare le sue attività chimiche o è solo un tentativo di disfarsi di Versalis per concentrarsi sul settore energetico? Azienda e sindacati hanno sul tema opinioni diverse. In ogni caso, sono confermate le trattative per la cessione di una consistente quota Versalis ad un investitore estero. (TAG: Versalis)
Z come Zero. Punto qualcosa, intorno agli otto decimi: è la crescita stimata del PIL nell’anno appena trascorso. Non molto dopo il crollo del prodotto interno lordo registrato negli ultimi sette anni, ma comunque un inversione di segno che lascia ben sperare sul 2016. Sebbene le aziende, in questi anni, abbiano cercato fuori dai confini nazionali le opportunità di business perse nel paese, senza un mercato interno dinamico non c’è futuro a medio termine. I primi segnali di risveglio ci sono, ora è tempo di rialzare la testa.
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