29 luglio 2024 17:33
L'industria italiana del packaging ha archiviato un 2023 in sofferenza, ma spera di chiudere l'anno in corso col segno più, anche se lontano dai livelli record raggiunti negli anni scorsi.
È quanto emerge da Imballaggio in Cifre, la pubblicazione dell'Istituto Italiano Imballaggio che ogni anno fotografa l'andamento del settore nelle sue diverse articolazioni applicative e di materiale.
Ad allineare verso il basso tutti gli indicatori - export compreso - è stato l’andamento negativo del settore alimentare (-1,1% nel 2023 sul 2022), che assorbe oltre il 70% del packaging utilizzato nel nostro paese e che quindi pesa in modo rilevante sul risultato finale dell'intero comparto.
Secondo Imballaggio in Cifre, la produzione di imballaggi è scesa l'anno scorso del -4,6% a poco più di 17 milioni di tonnellate, mentre il fatturato ha evidenziato un decremento del -6,3% scendendo a 38,1 miliardi di euro.
Nonostante le sfide legate alle normative ambientali, il segmento degli imballaggi in plastica ha mostrato una flessione nella media: -4,5%, scendendo però sotto 3 milioni di tonnellate dopo due anni di sostanziale stabilità dei volumi.
Se si eccettuano gli imballaggi in alluminio, che hanno registrato un aumento (+1,2%) e gli accoppiati rigidi a prevalenza carta che hanno chiuso in parità, gli altri materiali hanno visto l'anno scorso una flessione della produzione: -8,8% quelli in acciaio, -5,6% i packaging in carta, -4,4% il vetro e -3,1% il legno.
A preoccupare è però il commercio estero, che mostra un saldo commerciale negativo per oltre 124mila tonnellate, con le importazioni di imballaggi vuoti che per la prima volta hanno superato le esportazioni.
Le prime sono infatti diminuite del -4,2% a 2,8 milioni di tonnellate, ma le vendite all'estero hanno mostrato una caduta a doppia cifra (-10,5%) attestandosi a 2,67 milioni di ton.
Le previsioni a breve termine elaborate dal Centro studi dell'Istituto Italiano Imballaggio sono positive, ma non esaltanti: la produzione dovrebbe crescere quest'anno del +1%, in linea con l'andamento del manifatturiero, con una progressione intorno al +0,8% nei successivi, fino ad arrivare a 17,7 milioni di tonnellate nel 2028, comunque inferiore al dato del 2022.
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