8 agosto 2024 08:44

Nel corso del tavolo sull’automotive tenutosi ieri al ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit), il ministro Urso ha annunciato alcune novità che accompagneranno la prossima edizione dell'ecobonus, rivolte a sostenere la filiera europea del settore e gli acquisti di nuovi veicoli da parte delle fasce meno abbienti della popolazione.

"La prossima edizione dell’ecobonus deve presentare una significativa discontinuità - ha dichiarato il ministro -. La priorità è il sostegno alla filiera nazionale e all’occupazione, sempre nel rispetto degli altri due principi cardine che sono il rinnovo del parco circolante e il supporto alle famiglie a bassa capacità di spesa", ha affermato il ministro Urso. "Inoltre, è allo studio l’introduzione di un meccanismo che privilegi le produzioni a elevato contenuto di componentistica europea e che garantisca la sostenibilità delle produzioni".

Ma non tutti hanno fatto i compiti a casa. Il Mimit sottolinea che, nonostante i risultati conseguiti negli ultimi due mesi dal piano Ecobonus, non vi sarebbe stato un incremento dei volumi produttivi degli stabilimenti italiani (leggi Stellantis), uno degli obiettivi del programma. Per questo motivo, il piano incentivi verrà rimodulato, spostando il focus sull'offerta e puntando su una programmazione pluriennale delle risorse per favorire le case automobilistiche nella programmazione degli investimenti e le famiglie negli acquisti.

Durante l'incontro a Roma, sono stati resi noti i dati sulle prenotazioni degli incentivi per l’acquisto di veicoli a basse emissioni inquinanti. In due mesi sono andati esauriti i 230 milioni di euro messi a disposizione per incentivare l'acquisto di auto elettriche. Inoltre, il 77% delle risorse è stato prenotato da persone fisiche e un quarto riguarda consumatori con ISEE inferiore a 30.000 euro.

Il fondo automotive può contare ancora su una dote di 750 milioni per il 2025 e di un miliardo per ogni annualità dal 2026 fino al 2030.

Il presidente di Anfia, Roberto Vavassori, presente alla riunione, promuove la misura, ma non le tempistiche di implementazione, salutando quindi con favore l'ipotesi di una programmazione pluriennale. Ma non solo: “E’ giunto il momento di dedicare almeno altrettanta attenzione alle politiche di sostegno all’offerta, quindi alle politiche industriali per accompagnare nella transizione energetica l’intera filiera produttiva automotive, che non è formata soltanto da costruttori e componentisti, ma anche da comparti come le società di engineering e gli allestitori di veicoli commerciali e industriali, che vantano un alto grado di competenze e specializzazione - ha spiegato -. La nostra è l’unica filiera a cui è richiesta, a livello europeo, un’impegnativa e obbligatoria transizione energetica entro tempi più brevi rispetto ad altri settori".

Anfia auspica che l’accordo con Stellantis possa concludersi in tempi brevi, con l’impegno concreto dell’azienda ad accrescere le produzioni nazionali. "Purtroppo, la produzione di auto e veicoli commerciali leggeri in Italia nel primo semestre 2024 è intorno a 300.000 unità, il 25% in meno sullo stesso periodo del 2023, e per la seconda parte dell’anno non sono previsti volumi in crescita", osserva in una nota l'associazione della filiera automotive italiana.
Invita anche la casa automobilistica a non abbandonare le attività strategiche di ricerca ed innovazione sul territorio e a rafforzare e non ‘sciogliere’ i rapporti con la filiera italiana della fornitura".
Le nostre associate, sia le piccole che le medie aziende e le multinazionali, vivono una situazione sempre più insostenibile. Non devono venire discriminate a parità di competitività rispetto ad offerte provenienti da Paesi ultra-low cost".

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