Romi sarebbe disposta a cedere l'azienda, secondo quanto riferisce l'assessore del lavoro di Regione Piemonte, Porchietto.
17 maggio 2013 12:31
Dopo cinque anni sotto proprietà brasiliana, la Sandretto di Torino potrebbe tornare in vendita. E' quanto ha dichiarato l'assessore al lavoro di Regione Piemonte, Claudia Porchietto: "Il liquidatore Edoardo Patrone ci ha comunicato che la proprietà ha dato mandato di vendere l’azienda. Spetterà agli advisor valutare le offerte". "Apprendiamo questa notizia con soddisfazione - ha aggiunto Porchietto - ma manteniamo alta l’attenzione. Questa disponibilità infatti non significa che venga accettata l’offerta esistente né ci sottrae dal pericolo di operazioni spezzatino che penalizzerebbero ulteriormente i lavoratori. Vigileremo per tutelare i livelli occupazionali”.
Non è chiaro se sia in vendita l'intero ramo di azienda o solo gli stabilimenti produttivi di Grugliasco e Pont Canavese, dove sono occupati circa 150 addetti, oggi in cassa integrazione. Ma sembra confermata l'esistenza di una cordata di imprenditori piemontesi interessati a rilevare l'azienda e prendere in carico gli operai lasciati a casa del gruppo brasiliano. I sindacati avrebbero già preso in visione una prima bozza di piano industriale.
Qualche dettaglio in più potrebbe emergere il 24 maggio, al termine del primo incontro tra la proprietà e i potenziali acquirenti.
Romi - che nel 2008 aveva rilevato Sandretto dall'amministrazione straordinaria - ha annunciato l'anno scorso di voler chiudere gli stabilimenti produttivi in Italia, lasciando in piedi solo le attività commerciali e l'assistenza tecnica. Recentemente, però, i vertici del gruppo brasiliano avevano comunicato di voler mettere in liquidazione l'azienda e licenziare tutti i lavoratori, motivando la decisione con la profonda in crisi in cui versa il mercato delle macchine per la trasformazione di materie plastiche.
Le vendite di Romi Italia, proprietaria del marchio e degli assets Sandretto, hanno subito un continuo calo negli ultimi tre anni, passando dai 35,7 milioni di real del 2010 ai 32,8 milioni del 2011, fino a scendere a 18,4 milioni l'anno scorso, pari a poco meno di 7 milioni di euro. L'Ebitda delle attività italiane, nello stesso periodo, è passato da -11,4 milioni a -14,8 milioni di real.
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