La produzione europea quest'anno scenderà di un punto percentuale. Tornerà in positivo nel 2014.
3 luglio 2013 04:20
Cefic rivede al ribasso le previsioni sull'andamento della produzione chimica in Europa, indicando per il 2013 una flessione del'1% invece della crescita di mezzo punto stimata alla fine dello scorso anno. Si tratta del secondo segno rosso consecutivo per un settore che genera l'1% del PIL europeo e dà lavoro a circa 1,2 milioni di persone.
La previsione riflette il pessimo andamento della produzione nei primi quattro mesi dell'anno, con un -2,5% sullo stesso periodo 2012 e una punta del -3,9% registrata in aprile (-11,9% petrolchimica, -5,9% polimeri).
Secondo la federazione che rappresenta l'industria chimica europea, la produzione dovrebbe tornare in territorio positivo nel corso del 2014, con un incremento medio dell'1,5%; petrolchimica, chimica fine e specialità dovrebbero fare leggermente meglio (+2%), mentre la chimica di base inorganica metterà a segno un +1%; nella media, la crescita della chimica per il consumo e i suoi sottosettori. L'occupazione dovrebbe restare stabile.
Cefic motiva la revisione delle stime con uno sviluppo economico più debole del previsto.
Secondo gli analisti, la leggera ripresa attesa l'anno prossimo sarà basata sulla stabilizzazione della produzione industriale in Europa, dopo due anni di recessione, e su un modesto incremento delle esportazioni.
I timori di Cefic, oltre che sulla domanda debole, si appuntano sulla crescente competizione dei produttori statunitensi, che beneficiano di bassi costi di energia e materie prime. "I politici europei devono affrontare la questione energetica e delle materie prime se vogliamo preservare il cuore industriale dell'Europa", commenta il presidente di Cefic (nonché CEO di BASF) Kurt Bock.
In Italia, secondo le stime di Federchimica, la produzione è scesa l'anno scorso del 3% in valore e del 5% in volume; e per il 2013 non si evidenziano segnali di stabilizzazione. Dopo un recupero a inizio anno, dovuto essenzialmente al ripristino delle scorte, nella prima parte del 2013 i volumi produttivi sono calati del 3,3%, in un contesto di prezzi pressoché stazionari.
Federchimica prevede una chiusura d'anno con una flessione della produzione chimica in Italia intorno al 2% in volume e all’1,5% circa in valore. "La ripresa è rimandata al 2014, nella speranza che un graduale miglioramento si manifesti già a partire dall’autunno di quest’anno soprattutto sul fronte della domanda estera".
La produzione chimica italiana è attualmente attestata sui livelli del 2009, con un divario rispetto al 2007 del 17,5% in volume e del 6% in valore. "Parte del calo nelle quantità riflette la razionalizzazione del portafoglio prodotti, ossia l’abbandono di produzioni non più remunerative per concentrarsi su prodotti a maggiore contenuto di innovazione e ricerca - nota Federchimica -.Tenuto conto anche dell’elevata incidenza dei costi fissi nell’industria chimica, non si può escludere il rischio di chiusure, soprattutto se livelli di attività così depressi dovessero protrarsi ulteriormente".
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