18 maggio 2018 08:13
E’ stata presentata da EURepack il 9 maggio scorso a Rimini la nuova rete europea “R1-Reuse” per promuovere il riuso come pratica dell’economia circolare in Italia e in Europa. L’obiettivo dell’iniziativa è ottenere una regolamentazione europea che riconosca ufficialmente il valore sostenibile del riutilizzo e colmare così il circularity gap.
Nel convegno tenutosi a Macfrut 2018 è stata analizzata la funzione strategica del riutilizzo come modello sostenibile. “Affiancata da ricercatori, consorzi e lobby internazionali, nonché da aziende italiane ed europee che incentrano il proprio business sul riuso, EURepack ha mostrato come i sistemi d’imballaggio riutilizzabili non generino rifiuto e si inseriscano in una catena virtuosa di valore per l’economia circolare - ha dichiarato Carlo Milanoli (nella foto), presidente di EURepack, il consorzio italiano di aziende che promuovono l’imballaggio riutilizzabile -. In una società in gran parte basata sull’obsolescenza programmata delle merci il nostro consorzio vuole sottolineare come esistano dei modelli di business basati sui sistemi di imballaggio riutilizzabili che propongono un’alternativa reale ed efficace al problema ecologico e che necessitano di maggiore riconoscimento a livello di istituzioni comunitarie e di opinione pubblica”.
RIPENSARE L’IMBALLAGGIO. Al convegno è intervenuta Silvia Ricci dell’Associazione Comuni Virtuosi per sottolineare la necessità di un cambiamento a livello di processi produttivi che, come ha certificato un recente rapporto di Circle Economy, sono prevalentemente lineari per una percentuale superiore al 90% delle aziende, con tutte le ben note esternalità negative tra cui la produzione di rifiuti. “I rifiuti, inclusi quelli da imballaggio, crescono spinti dai nuovi stili di vita e di consumo come il commercio online e il consumo di cibi pronti - ha affermato Ricci -. Questo aumento dei rifiuti richiede non solamente un ripensamento di nuovi sistemi di raccolta mirati a tipologie di imballaggi difficilmente intercettati dai sistemi di raccolta domiciliare, ma anche iniziative di prevenzione e riduzione efficaci mirate a manufatti usa e getta, imballaggi primari e commerciali".
STUDIO SUL RIUSO. Lo ricerca sul riutilizzo degli imballaggi in Italia commissionato da Conai al Politecnico di Milano mostra come in Italia siano presenti ben 38 diverse declinazioni del riutilizzo, suddivise tra le seguenti tipologie: 37% plastica, 24% acciaio, 18% legno, 11% alluminio, 5% vetro e 5% carta e cartone.
Uno dei principali settori di utilizzo è il food&beverage, dove giocano un ruolo importante nel comparto ortofrutticolo le cassette in plastica gestite da società di pooling. La valutazione tramite metodologia LCA (Life Cycle Assessment) degli impatti ambientali del ciclo di vita di varie tipologie di imballaggi ha evidenziato come l’impatto ambientale dovuto al processo di rigenerazione ad ogni ciclo sia generalmente modesto rispetto a quello associato alla produzione del packaging stesso e sia associato prevalentemente al trasporto dall’utilizzatore all’impianto di rigenerazione e alla gestione dei residui rimasti nell’imballaggio. Ciò suggerisce l’importanza di una corretta dislocazione sul territorio degli impianti di rigenerazione e il ruolo dell’utilizzatore nella circolarità.
CASSETTE IN PLASTICA CONTRO CARTONE. Anche il consorzio spagnolo del riuso Areco (Asociación de Operadores Logísticos de Elementos Reutilizables Ecosostenibles) ha promosso uno studio sui vantaggi economici ed ambientali della cassetta riutilizzabile in plastica, realizzato in collaborazione con Unesco e l’Universitat Pompeu Fabra di Barcellona.
In un primo abstract dei risultati derivanti dal confronto tra contenitori di plastica riutilizzabili e i tradizionali monouso in cartone risulta che questi ultimi in Spagna abbiano un indice di riciclo dell’80%, a fronte del 100% delle cassette riutilizzabili in polipropilene e polietilene. Si stima che le cassette di plastica abbiano un ciclo di vita che va dai 10 ai 15 anni, e che vengano impiegate a rotazione per 10 volte all’anno. Viceversa, il contenitore di cartone monouso, una volta utilizzato, deve essere avviato agli impianti di riciclo.
SPORTA RIUTILIZZABILE. Tra i prodotti portati ad esempio di un’economia circolare votata al riuso, spicca Fellybag (nella foto), una borsa elastica, robusta, lavabile e riciclabile, prodotta in poliammide e proposta come alternariva agli shopper usa e getta, sviluppata da Fellini Patrizio come risposta all’esigenza di confezionamento delle zucche. Il riuso è potenzialmente illimitato, e per questa ragione la sporta è allo studio presso il Ministero dell’Ambiente e Federdistribuzione.
La società finlandese RePack ha invece messo a punto un sistema di imballaggi riutilizzabili con materiali riciclati, idonei per gli acquisti online. Le aziende che aderiscono al sistema addebitano una cauzione sul packaging che viene restituita una volta che, dopo aver ricevuto la merce, il cliente rispedisce al mittente l’imballaggio. Le buste di RePack possono essere riusate almeno 20 volte: uno studio LCA ha stimato che la loro impronta ecologica è del 50% inferiore rispetto ad equivalenti versioni monouso.
COSA SUCCEDE IN EUROPA? Clarissa Morawski, co-fondatrice e managing Director di Reloop - prima piattaforma paneuropea con sede in Germania, Spagna e Belgio attiva sulle questioni relative ai rifiuti e al business ad essi correlato in ambito UE - ha illustrato come, in seno al Parlamento Europeo, sia in corso un dibattito sul tema degli imballaggi riutilizzabili.
In particolare, gli europarlamentari sono in procinto di valutare una policy sull’economia circolare che distingua il rifiuto adatto al riciclo da ciò che invece può e deve essere riutilizzato, anche per incoraggiare la pratica del riuso con incentivi e con normative ad essa dedicate. Morawski ha concluso il suo intervento esortando tutti coloro che operano nel campo del riutilizzo a fare realmente “rete”, a supporto di chi a livello di istituzioni europee è chiamato a regolamentare il tema, affinché le normative che vedranno la luce già nei prossimi mesi, effettivamente agevolino gli operatori nei rispettivi contesti.
Gianluca Bertazzoli, in rappresentanza di Polieco, consorzio nazionale per il riciclaggio dei rifiuti dei beni a base di polietilene, ha evidenziato come a suo giudizio emerga poca chiarezza nella definizione corrente di “imballaggio riutilizzabile”. L’auspicio è quindi che il tema del riutilizzo venga normato a livello nazionale ed europeo in modo da avere certezze operative condivise.
CIRCULARITY GAP. Secondo i dati di Circle Economy esiste un circularity gap, ovvero solo il 9% dell’economia mondiale è circolare. Occorre pertanto valorizzare i materiali che sono già comunemente impiegati, visto che anche in Italia gli imballaggi costituiscono il 35-40% in peso, ed il 55-60 % in volume, dei rifiuti solidi urbani che si producono ogni anno.
"I contenitori riutilizzabili sono il futuro, l’unica vera risposta alle esigenze dell’economia circolare - ha concluso Carlo Milanoli, a nome di Eurepack -. Intendiamo garantire il massimo impegno per allargare e sviluppare la rete europea del riutilizzo che abbiamo identificato, promuovendo e collaborando ad iniziative comuni che accreditino maggiormente i sistemi di imballaggio riutilizzabile. Ci appelliamo pertanto ad aziende ed enti istituzionali italiani e comunitari affinché dialoghino col nostro consorzio e lavorino con noi per stabilire definizioni precise e normative atte a valorizzare l’operato dei nostri consorziati ed a riconoscere il modello operativo da essi proposto come tra i migliori possibili nel mercato attuale”.
Fondato nel 2010 a Milano, il Consorzio EURepack (European Reusable Packaging & Reverse Logistics Consortium) è una realtà senza fini di lucro nata con lo scopo di promuoverela diffusione degli imballaggi riutilizzabili, in sostituzione di quelli a perdere, in tutti i settori della produzione e distribuzione dei beni di largo consumo, evidenziandone i vantaggi ambientali in termini di riduzione dei rifiuti solidi urbani e delle emissioni di CO2.
EURepack ha raccolto l’adesione di significative realtà italiane, alcune delle quali emanazione di importanti gruppi europei e multinazionali, che operano come gestori di pooling di cassette in plastica per l’ortofrutta (IFCO Systems, CPR System, EuroPool System, SDI) e di pallets (NolPal, Lucart); società di produzione di imballaggi riutilizzabili per logistica industriale e distributiva (Karton, Schoeller Allibert, Pavoni Italia); società che sviluppano tecnologia per la gestione degli imballaggi riutilizzabili (Colussi); fornitori di servizi logistici (Jolly Service); istituzioni universitarie e organizzazioni ambientaliste (Università dell’Insubria, Legambiente).
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