13 luglio 2018 08:05
Quadro positivo anche quest’anno, dopo un 2017 da record, per i costruttori italiani di macchine utensili e robot (Ucimu - Sistemi per produrre), riuniti ieri in assemblea alla presenza del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia.
L’anno scorso la produzione è cresciuta del +9,6% a 6.085 milioni di euro, un trend che - secondo le previsioni del Centro studi dell’associazione - potrebbe essere confermato quest'anno, con un incremento del +9,3% a 6.650 milioni di euro. Il consumo interno - stima Ucimu - si attesterà a 5.070 milioni di euro, il 13,6% in più rispetto al 2017 (4.464 milioni, +15,7%), trainando sia le consegne dei costruttori sul mercato domestico, attese in crescita del 15,2% a 3.110 milioni, sia le importazioni (1.960 milioni, +11,1%).
Anche l’export si manterrà vitale, sensazione che trova conferma nell’andamento positivo del primo trimestre: quest’anno le vendite all’estero potrebbero aumentare del 4,6% raggiungendo 3.540 milioni di euro. Il rapporto export su produzione, ridimensionatosi dal 2014 per effetto della ripresa della domanda italiana, scenderà ancora, attestandosi a quota 53,2%.
“Sul mercato domestico - ha commentato Massimo Carboniero (nella foto), rieletto ieri alla Presidenza di Ucimu per il biennio 2018-2019 -, l’indice ordini del secondo trimestre 2018, tornato di segno positivo (+0,5%) dopo l’arretramento del primo trimestre, conferma la dinamicità della domanda espressa dagli utilizzatori italiani che, confermate le misure anche per tutto il 2018, hanno ripreso ad investire. È evidente che non potremo più attenderci gli incrementi registrati l’anno scorso ma la crescita, seppur moderata, indica che il mercato sale ancora stabilizzandosi su livelli record”.
PIÚ TEMPO PER INVESTIRE. Ricordando che l’anno scorso solo la metà delle imprese metalmeccaniche italiane ha investito in nuovi macchinari, Carboniero ha chiesto la conferma del Piano Industria 4.0 e dei relativi incentivi (superammortamento e iperammortamento), magari rivedendo i coefficienti ma lasciando il tempo alle imprese di maturare le decisioni d’acquisto: “La piccola e media impresa ha necessità di tempo per valutare e attivare gli investimenti e ciò vale ancor di più con Industria 4.0 che porta con sé vere e proprie rivoluzioni organizzative, più difficili da immaginare e implementare”, ha affermato in Assemblea.
SUPERAMMORTAMENTO STRUTTURALE. “Nel lungo periodo poi - ha aggiunto il presidente di Ucimu -, il superammortamento dovrebbe divenire strutturale per accompagnare le imprese italiane in un processo di aggiornamento costante e cadenzato nel tempo. Se ciò non fosse possibile chiediamo che sia almeno introdotto il sistema degli ammortamenti liberi anche perché i coefficienti sono fermi al 1988 e certamente non rispecchiano più il ritmo di aggiornamento richiesto oggi dal mercato”.
Carboniero ha anche chiesto un maggiore impegno sulla formazione, con l’estensione del credito di imposta al 40%, attualmente applicato al solo costo del lavoro del personale coinvolto nella formazione, anche al costo dei corsi e dei formatori impiegati.
GIUDIZIO NEGATIVO SUL DECRETO DIGINITÁ. Il Presidente di Ucimu ha criticato i contenuti del Decreto Dignità appena licenziato dal Governo, giudicandoli anacronistici. “Abbiamo bisogno di un contesto che faciliti il più possibile l’accesso dei giovani al mondo del lavoro e permetta alle aziende di investire in nuove risorse con la giusta tranquillità - ha spiegato ai colleghi in platea -. Per spingere le imprese ad assumere e a farlo a tempo indeterminato occorre intervenire sulla riduzione del cuneo fiscale e con la piena detassazione e decontribuzione per i primi anni di assunzione, non certo con l’eliminazione di contratti a termine e la revisione della materia dei contenziosi, che creerà nuova e aggiuntiva burocrazia per le imprese”.
Non piacciono agli industriali neanche le misure contro la delocalizzazione delle attività all’estero ritenute “un pericoloso deterrente” agli investimenti in Italia. “ Il decreto non distingue con la dovuta precisione delocalizzazione e internazionalizzazione - ha dichiarato -. Un conto è la chiusura in toto dell’attività produttiva in Italia con conseguente perdita di occupazione, per trasferimento in un paese ove le condizioni e i costi siano più vantaggiosi. Altra cosa, invece, è il trasferimento di una parte della produzione o addirittura l’apertura di filiali produttive di imprese italiane in altri paesi, senza toccare l’occupazione in Italia. Queste ultime operazioni devono essere incentivate, non penalizzate”.
RINNOVATI I VERTICI. Nel corso della parte privata dell’Assemblea sono state rinnovate le cariche sociali per il biennio 2018-2019. Riconfermato il vertice dell’associazione con Carboniero presidente e Sergio Bassanetti, Mauro Biglia e Barbara Colombo alla vicepresidenza. Nel comitato di presidenza siedono anche il past president Luigi Galdabini e il tesoriere Pier Luigi Streparava. Consiglieri della associazione sono stai eletti: Alessandro Batisti, Stefania Carnaghi, Filippo Gasparini, Patrizia Ghiringhelli, Gian Luca Giovanelli, Veronica Just, Vladi Parpajola, Riccardo Rosa, Giuseppe Sceusi, Tomaso Tarozzie Giovanni Zacco.
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