13 dicembre 2018 07:55
Il 2018 è stato un anno formidabile per i costruttori di macchine utensili, robot e automazione, il quinto consecutivo in crescita, ma forse anche l’ultimo a ritmi così sostenuti.
Secondo i dati forniti ieri dall’associazione di settore, Ucimu Sistemi per produrre, tutti gli indicatori economici hanno visto quest'anno un incremento a doppia cifra, a cominciare dalla produzione, cresciuta del +13,4% a 6,9 miliardi di euro, che segna così un nuovo record per i costruttori italiani.
FORTE CRESCITA DEL MERCATO INTERNO. Un risultato conseguito grazie alla ripresa del mercato interno, trainata dal piano Industria 4.0: le vendite di macchine utensili e robot in Italia, da parte dei costruttori nazionali, sono ammontate quest’anno a 3.270 milioni di euro, il 21% in più rispetto al 2017, che era già stato un buon anno, mentre quelle all’estero sono cresciute “solo” del 7,2% a 3,63 miliardi. Nel complesso il consumo interno di queste tecnologie, fondamentali per la compettività di tutto il sistema industriale, è salito del 25,9% a 5.620 milioni di euro, spingendo in alto anche delle importazioni.“Siamo soddisfatti - ammette Massimo Carboniero (nella foto), presidente di Ucimu -: l’anno si chiude con ottimi risultati raccolti sia in Italia che all’estero e con un fatturato che, considerato nel suo complesso, cioè sommando alla produzione di macchine, anche la produzione di parti, utensili, controlli numerici non conteggiati nelle macchine utensili italiane, ha oltrepassato i 9 miliardi di euro”.
RAGGIUNTO IL TETTO. “Per il 2019, sebbene siamo fiduciosi di poter mantenere i livelli raggiunti quest'anno, rileviamo un chiaro rallentamento degli investimenti in nuove macchine da parte degli utilizzatori italiani - aggiunge Carboniero -. Pur comprendendo che la crescita cui eravamo abituati non può proseguire ininterrottamente con quei ritmi e quell’intensità, occorre ricordare che una recente indagine svolta da Fondazione Ucimu ed Eumetra rileva che solo la metà delle imprese metalmeccaniche italiane ha fatto investimenti nel periodo compreso tra il 2017 e la prima parte del 2018”. “Per questa ragione sarebbe necessario procedere sulla strada già tracciata dell’innovazione confermando, anche per il 2019, le misure che hanno funzionato fino ad ora”.
MERCATO FERMO NEL 2019. Le stime dell’Associazione per il prossimo anno indicano una conferma dei valori sui livelli di quest’anno, grazie soprattutto alla tenuta delle esportazioni, mentre è atteso un rallentamento sul mercato interno, destinato a perdere slancio nei prossimi mesi.
La produzione nazionale di macchine utensili, robot e automazioni dovrebbe toccare l’anno prossimo 7.040 milioni di euro (+2%) trainata dalle esportazioni che, attese in crescita del +5%, si attesteranno a 3.810 milioni. Il consumo interno si fermerà invece a 5.630 milioni di euro (+0,2%), con consegne dei costruttori italiani sul mercato nazionale stimate in flessione del -1,2% a 3.230 milioni di euro; ancora in lieve crescita le importazioni, che dovrebbero raggiungere 2.400 milioni di euro (+2,1%).
SULLE MISURE DEL GOVERNO. “In questo momento di grande discussione in merito ai provvedimenti che saranno inseriti nella Legge di Bilancio 2019, accogliamo con favore la conferma dell’iperammortamento a scaglioni, premiante per le PMI: più alto per i piccoli investimenti e decrescente al crescere del valore dei nuovi acquisti - commenta Carboniero -. Così come positivo è il rifinanziamento della Nuova Legge Sabatini. Al contrario, la decisione di eliminare il superammortamento per sostituirlo con la Mini Ires è, a nostro avviso, un errore che può costare caro all’industria italiana che deve continuare a investire per migliorare la sua competitività”.
Ucimu chiede quindi al governo di reintrodurre il superammortamento, anche con aliquote a scaglioni come previsto per le altre misure già confermate. "Se ciò non fosse possibile - sostiene il presidente dell’Associazione -, occorrerebbe prevedere almeno la revisione dei coefficienti di ammortamento, fermi al 1988, perché certamente non rispecchiano più il ritmo di aggiornamento richiesto oggi dal mercato”.
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