5 luglio 2019 08:40
La chimica tedesca si è fermata: nel primo semestre di quest’anno la produzione di chimica e farmaceutica è scesa del -6,5% e le vendite sono scese a 96 miliardi di euro, quattro punti percentuali in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, secondo quanto riportato dall’ultimo report dell’associazione di settore, Verband der Chemischen Industrie (VCI). Risultati condizionati dal complesso scenario internazionale, che registra una bassa crescita dell’economia a livello mondiale, indebolimento dell’attività industriale in Europa e incertezza a livello geopolitico, causata dalle guerre commerciali e dalla Brexit.
A lanciare l’allarme è stato il presidente della VCI, Hans Van Bylen (nella foto), durante la presentazione dei risultati relativi alla prima parte dell’anno.
Tutti i comparti della chimica stanno soffrendo: la produzione di specialità è scesa tra gennaio e giugno del -4%, quella di polimeri del -7%, mentre la farmaceutica ha accusato un calo a doppia cifra (-14%) e i prodotti per la detergenza del -4,5%. Unico dato positivo è quello dell’occupazione, che a dispetto delle difficoltà è cresciuta nel corso dell'anno, raggiungendo 464.800 unità (+0,5%).
Le stime per l’intero anno sono poco ottimistiche: la produzione è prevista in calo del -4% e, anche nella migliore delle ipotesi, non potrebbe che registrare un lieve incremento rispetto al 2018. Il giro d’affari potrebbe accusare una flessione del -3% (pur con prezzi in ripresa dell1%), posizionandosi appena sotto i 197 miliardi di euro, contro i 203 miliardi dell’anno scorso.
"I rischi per la ripresa economica rimangono elevati - ha commentato Van Bylen -. Resta la minaccia di un aumento dei dazi doganali tra Stati Uniti e Cina e il cresce il pericolo di conflitti militari in Medio Oriente. Se ciò si avverasse, il commercio mondiale rallenterebbe ulteriormente, con forti ripercussioni sull'industria tedesca. Senza dimenticare i rischi di una Brexit senza accordi”.
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