8 luglio 2019 14:29
Nell’ambito della riorganizzazione della rete scientifica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il CdA dell’ente, presieduto da Massimo Inguscio, ha deliberato l'istituzione, a Milano, dell'Istituto di scienze e tecnologie chimiche “Giulio Natta” (Cnr-Scitec).
Il nuovo Istituto di scienze e tecnologie chimiche - che nasce dall’accorpamento degli Istituti per lo studio delle macromolecole (Ismac), di chimica del riconoscimento molecolare (Icrm) e scienze e tecnologie molecolari (Istm) - punta ad affermarsi come riferimento di eccellenza nazionale, europea e internazionale per la comunità scientifica, l’industria chimica e gli stakeholder territoriali - si legge in una nota - forte delle competenze di oltre un centinaio di ricercatori e della tradizione di grande eccellenza della chimica del CNR milanese, che risale agli anni Sessanta del secolo scorso e che è stata motore della crescita dell’economia italiana grazie alla collaborazione con le imprese.
Giulio Natta, cui è dedicato il nuovo Istituto, oltre ad essere stato insignito del Premio Nobel per la chimica nel 1963 per la sintesi del polipropilene isotattico, è stato - nel 1961 - il primo direttore dell’Istituto di chimica macromolecolare del CNR. "Eredità raccolta dagli istituti Cnr Ismac, per la sintesi di polimeri innovativi e materiali plastici, e Istm, per la preparazione di molecole complesse ad alto valore”, ricorda Maurizio Peruzzini, direttore del Dipartimento scienze chimiche e tecnologie dei materiali dell'ente nazionale.
Con centro direzionale a Milano e importanti realtà territoriali a Roma e a Perugia, il nuovo Istituto svilupperà nuova conoscenza e valorizzazione di sviluppo tecnologico, coerentemente con le roadmap prodotte dall’Unione Europea e da altri enti nazionali e regionali, quali il Piano energetico ambientale regionale (Pear), il Programma sviluppo rurale (Psr) e il Piano nazionale della ricerca (Pnr).
Tra i progetti e collaborazioni multidisciplinari in corso si segnalano quelle con la Rete Marie Curie sui catalizzatori bimetallici per la produzione sostenibile di idrogeno da materiale organico di scarto, il progetto CirCO (Circular Coffee) per la valorizzazione di uno scarto derivante dalla tostatura del caffè, il silverskin, per ottenere prodotti di uso quotidiano, di provenienza alternativa a quella petrolchimica; inoltre, il Progetto MIPAAF sulla lotta ai parassiti dell'olivo con materiali innovativi a ridottissimo impatto ambientale e Cabichem, cooperazione internazionale tra UE e paesi del Centro Asia (Mongolia, Uzbekistan, Pakistan, Afghanistan, Kyrghizistan) per la sensibilizzazione degli Stati partecipanti sui rischi di una gestione non corretta dei rifiuti chimici e biologici pericolosi.
“La riorganizzazione scientifica dell’Ente sta ottimizzando e mettendo a sistema le proprie competenze multidisciplinari e il suo capitale umano per offrire un contributo rispetto alle grandi sfide del nostro paese e globali: produzione di cibo ed energia e dello sviluppo industriale nel rispetto della sostenibilità - ha spiegato Inguscio -. Un percorso che prosegue con la valorizzazione di un settore strategico come la chimica, dopo il varo degli Istituti di bioeconomia, di scienze polari, di scienza e tecnologia dei plasmi, per la ricerca e l’innovazione biomedica, sul Mediterraneo e per il Patrimonio culturale e con il prossimo lancio dell’Istituto per la mobilità sostenibile”.
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