24 ottobre 2019 08:27

Attività illecite nel riciclo di materie plastiche provenieti dalle serre, che venivano poi smaltite illegalmente - con il coinvolgimento dell’organizzazione criminale ’stidda’ -, sono al centro dell’operazione "plastic free", condotta in Sicilia dalla Polizia, che ha eseguito quindici ordinanze di custodia cautelare e provveduto al sequestro preventivo di cinque aziende attive nel settore del riciclo, per un valore di 5 milioni di euro.

Tra gli arrestati, insieme ad un noto boss della malavita, pluriomicida 'pentito', vi sarebbero anche due imprenditori del riciclo di materie plastiche.

Gli indagati - secondo la Procura della Repubblica di Catania - avrebbero messo in atto un sistema criminale per ottenere, in via esclusiva attraverso intimidazioni ai serricoltori e alle società che si occupano della raccolta nelle province di Ragusa e Caltanissetta, i teloni di copertura delle serre; i rifiuti plastici venivano trattati nelle cinque aziende poste sotto sequestro, di proprietà di un’unica famiglia locale, che in questo modo avrebbe acquisito il monopolio in queste attività.

I reati contestati spaziano dal traffico illecito di rifiuti aggravato e illecita concorrenza con minaccia all'estorsione pluriaggravata, lesioni aggravate, detenzione e porto di armi, nonché danneggiamento seguito da incendio. Reati condotti con l'aggravante della metodologia mafiosa.

Le indagini erano partite nel 2014 a seguito di un sequestro a Roma di calzature contenenti materiali nocivi per la salute, provenienti dalla Cina. Dai riscontri era emersa l’esistenza di un’organizzazione dedita al traffico di rifiuti plastici, che dalle province di Ragusa e Catania finiva ai produttori di scarpe cinesi, per poi tornare in Italia sotto forma di calzature.

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