5 aprile 2022 08:55
Potrebbero pendere vita in Toscana i primi "distretti circolari" prefigurati da NextChem, società del gruppo Maire Tecnimont.
Il progetto vede alcune aziende locali e internazionali - tra cui Alia Servizi Ambientali, NextChem, Scapigliato, Suez e Zignago Vetro - unite in un'alleanza circolare per sviluppare - come spiegano i promotori - "poli integrati di tecnologie rinnovabili e della chimica verde, per il riciclo chimico e la produzione di polimeri riciclati, prodotti chimici, idrogeno e carburanti a basso contenuto carbonico, riciclando la plastica e recuperando rifiuti non riciclabili meccanicamente che ad oggi la Toscana conferisce in discarica, nei termovalorizzatori o spedisce all'estero con notevoli costi ambientali ed economici per i contribuenti".
Un progetto che - come emerge dalle prime stime - potrebbe innescare investimenti per un miliardo di euro.
La cornice di riferimento è il programma avviato dalla Regione Toscana per risolvere il gap impiantistico nella gestione dei rifiuti. Gli orientamenti del “Nuovo Piano Regionale dell’economia circolare“ indicano infatti obiettivi ambiziosi al 2035: 80-85% di raccolta differenziata, 65% di riciclo, limite del 10% per il conferimento in discarica, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050 e con gli indirizzi nazionali ed europei per lo sviluppo dell’economia circolare.
Il piano regionale è ancora in fase embrionale, con la richiesta di “manifestazioni di interesse non vincolanti”, ma sono già stati avviati i primi studi di fattibilità che, nelle fasi successive, Alia e i proponenti hanno intenzione di presentare e condividere con un "metodo nuovo e partecipativo", che prevede il coinvolgimento delle comunità in tutte le fasi di presentazione e condivisione dei progetti con i territori e le amministrazioni.
I 3 distretti oggetto delle manifestazioni di interesse presentate da Alia e dai partner tecnologici saranno localizzati nelle aree industriali di Empoli, Rosignano Marittimo e Pontedera.
Il Distretto circolare Empoli potrebbe ospitare un impianto di riciclo chimico "Waste to methanol/H2", in grado di trasformare in metanolo e idrogeno gli scarti degli impianti di trattamento dei rifiuti da raccolta differenziata e gli scarti di lavorazione del rifiuto indifferenziato residuo, pari a oltre 180mila tonnellate annue con un investimento stimato in 365 milioni di euro. Il metanolo così ottenuto potrà essere utilizzato sia nella produzione di biocarburanti, sia nei cicli produttivi dell’industria chimica. Il Distretto prevede una forte integrazione con le filiere locali del vetro e della carta.
A Rosignano Marittimo si pensa, invece, di portare avanti il progetto “Waste to ethanol”, con un impianto per il riciclo chimico del rifiuto secco selezionato dai rifiuti urbani indifferenziati, plasmix (plastiche eterogenee derivate dal riciclo dei materiali) e altri scarti provenienti dal trattamento delle raccolte differenziate, ottenendo etanolo, con possibilità di produzione di idrogeno. La capacità prevista è, in questo caso, pari a circa 256.000 t/a, con un costo di realizzazione stimato in 440 milioni di euro.
Infine, nel Distretto circolare Pontedera potrebbe sorgere un impianto di riciclo chimico “Waste to methanol” per produrre metanolo e potenzialmente idrogeno partendo dagli scarti provenienti dagli impianti di trattamento e riciclo delle raccolte differenziate e del rifiuto indifferenziato residuo, con capacità di 256.000 t/a e un costo stimato in 385 milioni di euro.
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