11 luglio 2023 13:26
L'associazione ambientalista Greenpeace ha diffuso un documento che analizza le mancate entrate per il governo italiano dovute al posticipo dell'applicazione della plastic tax, l'imposta di 450 euro a tonnellata che avrebbe dovuto colpire gli articoli monouso, i famigerati Macsi, manufatti in plastica di singolo impiego.
Documento che era stato presentato in anteprima nella puntata di eri della trasmissione Report nel servizio "Usi e riusi" (visibile QUI).
Istituita con la legge di Bilancio 2020 ed entrata formalmente in vigore nel gennaio di tre anni fa, l'la tassa non ha trovato fino ad oggi applicazione per mancanza dei decreti attuativi. Con l'ultimo decreto milleproproghe, la sua applicazione è stata rinviata al 1° gennaio 2024, insieme con la sugar tax.
I quattro anni di ritardo - afferma Greenpeace - avrebbero fatto risparmiare all'industria del monouso in plastica 1,2 miliardi di euro, causando un equivalente ammanco alle casse dello Stato. Solo quest'anno, l'imposta avrebbe generato entrate per 277 milioni di euro. Un dato di fonte governativa, vicino ai 305 milioni presente nella Relazione tecnica alla legge di Bilancio 2020 (nella tabella).
La mancata introduzione della plastic tax italiana - aggiunge Greepeace - si è anche accompagnata con la mancata introduzione del credito di imposta destinato alle aziende produttrici di Macsi, volto a sostenere l’adeguamento tecnologico delle imprese finalizzato alla produzione di manufatti compostabili.
Oltre alle mancate entrate, Greenpeace ricorda gli oneri della plastics tax europea, versata ogni anno dall'Italia in base alle quantità di imballaggi in plastica non riciclati. Al costo di 0,8 euro per chilogrammo, sarebbe costata al nostro paese circa 800 milioni di euro per il solo 2021. "Costi che oggi pesano solo ed esclusivamente sulle casse pubbliche e che potevano essere in parte coperti dalla plastic tax italiana", afferma l'associazione.
Nel report vengono anche elencate alcune misure, simili alla plastics tax italiana, adottate in altri paesi europei, quali Regno Unito, Spagna, Grecia, Svezia e Germania (in questo caso non ancora operativa).
Vedi anche: I posticipi della Plastic Tax - Come lo Stato ha favorito un settore industriale che continua a realizzare grandi profitti (scarica PDF)
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