15 novembre 2023 08:54
In vista del voto in plenaria al Parlamento UE sulla proposta di Regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio si stanno muovendo le principali associazioni industriali, suggerendo modifiche e integrazioni al testo emendato dalla Commissione Ambiente (leggi articolo).
Il fatto è che il passaggio in Parlamento rappresenta l'ultima occasione utile per revisionare una normativa ritenuta da più parti inadeguata e potenzialmente dannosa per l'industria.
BusinessEurope, la 'confindustria d'Europa', ha lanciato un appello agli eurodeputati (in allegato) affinché intervengano in plenaria per evitare, con il nuovo regolamento, di danneggiare il mercato interno, minando la transizione circolare e verde, nonché la competitività delle imprese.
I punti per cui si chiede una modifica sono cinque. Innanzitutto, che venga garantita la complementarietà tra riutilizzo e riciclo, lasciando spazio al secondo - attraverso specifiche esenzioni sui target di riutilizzo - quando specifici imballaggi monouso dimostrano di essere più sostenibili rispetto al riuso.
Il secondo riguarda la discrezionalità lasciata ai paesi membri di andare oltre gli obiettivi di riutilizzo fissati nel regolamento (art.26) attraverso l'aggiunta della parola “almeno” fatta in sede di Commissione Ambiente, lasciando intendere che i target indicati siano quelli minimi; il rischio è la frammentazione del mercato europeo, come già rilevato da altre associazioni.
Un altro punto critico riguarda l'articolo 45 (paragrafo 2, lettera c) che consente agli Stati membri di introdurre obiettivi di riutilizzo per prodotti diversi da quelli contemplati dall'articolo 26.
Si chiede inoltre di emendare l'articolo 4, paragrafo 4, togliendo la possibilità di mantenere o introdurre requisiti nazionali di sostenibilità o informazione (etichettatura).
Andrebbe infine respinta la modifica della formulazione da "può" a "deve" nell'articolo 11, paragrafo 8, onde evitare di imporre l’introduzione di requisiti nazionali di etichettatura per i sistemi EPR.
Riguardo agli ultimi punti indicati, secondo BusinessEurope, consentire requisiti nazionali divergenti in materia di sostenibilità e informazione comporterà costi operativi e oneri amministrativi aggiuntivi per le aziende.
Inoltre - si legge nella nota -, impedisce lo sviluppo di un’economia circolare minando le economie di scala e gli investimenti nell’innovazione a causa della crescente frammentazione del mercato.
BusinessEurope riunisce 41 associazioni nazionali di rappresentanza delle imprese, provenienti da 35 paesi - tra cui Confindustria - con oltre 20 milioni di aziende. Costituisce la principale federazione dell’industria a livello europeo e ha il compito di garantire che gli interessi delle imprese siano rappresentati e difesi di fronte alle Istituzioni europee.
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