La Guardia di Finanzia di Torino contesta il reato ad un'azienda torinese che produce articoli in plastica all'estero.
25 febbraio 2013 13:01
Un giro di materie plastiche e prodotti finiti tra l'Italia e l'Irlanda è costata una denuncia per evasione fiscale a una multinazionale con sede a Torino.
Secondo i finanzieri del Comando Provinciale di Torino, la società italiana, attiva nella produzione e commercio di prodotti in plastica, acquistava materie prime che venivano trasformate in uno stabilimento irlandese, interamente controllato e gestito da connazionali. Gli articoli in plastica prodotti all'estero tornavano nel nostro paese, pronti per essere commercializzati, formalmente ceduti dal fornitore irlandese, "peraltro a prezzi di gran lunga superiori a quelli di mercato".
"Alla fine di tutti questi passaggi - si legge in una nota -, il grosso del valore aggiunto dell'attività commerciale si realizza in Irlanda, dove l'aliquota base di tassazione del reddito d'impresa si ferma al 12,50%". Secondo Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Torino, l'azienda avrebbe dovuto dichiarare in Italia i ricavi, pari a 60 milioni di euro in cinque anni.
La motivazione addotta dai inquirenti è che, in base ai base ai riscontri eseguiti e all'analisi della documentazione extracontabile acquisita: "più che un autonomo soggetto economico, quello situato in Irlanda appare piuttosto una diretta promanazione (anche nel management) della società italiana, che ha quindi l'obbligo di far emergere nella propria dichiarazione tutti i redditi comunque conseguiti, anche con proprie stabili organizzazioni situate all'estero".
"Si tratta della concreta applicazione del principio 'world wide taxation', tassazione del reddito mondiale, secondo il quale i profitti di un'impresa sono assoggettati a tassazione nel Paese di residenza (nel caso di specie l'Italia), a prescindere dal luogo in cui quei redditi sono stati prodotti".
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