3 marzo 2017 08:20
Per due anni le aziende tedesche trasformatrici di materie plastiche hanno mancato di un soffio la soglia di 60 miliardi di euro di fatturato, che è stata superata l’anno scorso (60,8 miliardi) grazie ad una crescita del 3,2% trainata in modo pressoché analogo dalle vendite sul mercato interno e dalle esportazioni. Le prime hanno toccato 38,3 miliardi di euro, in progressione del 2,8%, mentre quelle all’estero hanno raggiunto quota 22,5 miliardi, con un incremento del 3,6 percento. Il tutto in un contesto di occupazione stabile a 317mila unità e un lievissimo incremento del numero delle aziende: 2.906 (+1,9%).
A spingere il giro d’affari sono stati essenzialmente i volumi trasformati, saliti del 3,6% a 14,1 milioni di tonnellate. Suddividendo il dato nei principali comparti, al primo posto ci sono i prodotti per costruzioni con 5 milioni di tonnellate di plastiche trasformate e un giro d’affari di 19,1 miliardi di euro (+4,7%), quindi l’imballaggio con 4,3 milioni di tonnellate e 14,2 miliardi di euro di fatturato (+4,4%); subito dopo si piazzano gli articoli tecnici con 3,3 milioni di tonnellate e 17,9 miliardi di euro (+1,7%) e i prodotti di consumo, con un volume trasformato pari a 1,5 milioni di tonnellate e vendite per 9,6 miliardi (+2%).
I dati sono stati diffusi nel corso dell’assemblea generale delll’associazione di categoria GKV, guidata da Dirk E. O. Westerheide (nella foto).
Se i numeri sono nel complesso positivi, gli industriali tedeschi del settore non sono immuni dai problemi che affliggono i colleghi europei, a cominciare dal clima di incertezza sul futuro, per arrivare agli elevati costi energetici imposti dalla politica di incentivazione alle rinnovabili, fino alla scarsa disponibilità di apprendisti, operai specializzati e ingegneri. Preoccupazione desta anche l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, giudicata molto dannosa per il 4% delle aziende, o comunque svantaggiosa per un altro 52%, mentre pensa che la Brexit non comporterà danni per il settore il 44% dei trasformatori.
Ciò nonostante, l’associazione dei trasformatori tedeschi mantiene una buona dose di ottimismo sull’anno in corso. Da un sondaggio condotto tra le aziende associate emerge infatti che il 38% stima un 2017 in ulteriore crescita, il 45% si aspetta una sostanziale stabilità e solo il 17% teme una contrazione dell’attività.
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