6 agosto 2018 07:38
Il bando alla vendita di sacchetti monouso in plastica è entrato in vigore il 3 agosto scorso in Cile, primo paese sudamericano ad applicare questa misura draconiana.
Il divieto entrerà in vigore progressivamente, inizialmente presso supermercati, farmacie e grandi esercizi, che avranno sei mesi di tempo per eliminare le borse di plastica dai propri punti vendita. I negozi più piccoli e di prossimità avranno invece due anni di tempo per adeguarsi. Nel periodo di transizione è ammessa la distribuzione di un massimo di due sacchetti per ogni acquisto effettuato.
Sono esclusi dal divieto i sacchetti necessari a fini di igiene o se il loro utilizzo aiuta a prevenire lo spreco di cibo.
La violazione della norma comporta una sanzione pesante, pari a circa 370 dollari per ogni borsa venduta.
Il bando avrebbe dovuto entrare in vigore a giugno, ma il provvedimento era stato impugnato dall’associazione cilena dei produttori di materie plastiche Asipla, le cui obiezioni sono state però respinte dalla Corte costituzionale. L’associazione avrebbe preferito una regolamentazione dell’utilizzo dei sacchetti, ritenuto più efficiente rispetto al divieto. Asipla lamenta inoltre di non essere stata ascoltata dal Ministero dell’Ambiente e dalla commissione Ambiente del Senato.
Secondo il Governo cileno, nel paese vengono distribuiti ogni anno 3,2 miliardi di sacchetti di plastica per la spesa e nove su dieci finiscono in discarica o dispersi nell’ambiente.
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