3 settembre 2019 08:30
Dopo un mese di luglio all’insegna della stabilità (e un giorno lavorativo in più), le immatricolazioni di autovetture in Italia hanno segnato nel mese di agosto una flessione del -3,1% a 88.939 unità, contro le 91.792 del 2018, complice anche un giorno lavorativo in meno rispetto allo stesso mese dell’anno scorso.
A pesare sulla contrazione delle vendite - sottolineano le due associazioni del settore, Anfia e Unrae - è stata anche l’incertezza causata dallo scenario di crisi politico-istituzionale e un contesto macroeconomico all’insegna della stagnazione.
Nei primi otto mesi dell’anno, le immatricolazioni si sono fermate a 1.325.162 unità, il 3% in meno rispetto alle 1.366.390 unità del gennaio-agosto dello scorso anno.
"Oltre al fatto che agosto è un mese dai volumi tradizionalmente bassi, può aver inciso sulle decisioni d’acquisto anche l’impatto della crisi di Governo - ha commentato Paolo Scudieri, Presidente di Anfia, l’associazione della filiera automotive italiana -. Auspichiamo, quindi, che il Paese raggiunga la stabilità politica il prima possibile, per scongiurare il protrarsi di un clima di incertezza”.
Anche Michele Crisci, Presidente di Unrae, l’Associazione delle case automobilistiche estere, auspica che al più presto possa essere pienamente operativo un nuovo Governo "e che questo voglia mettere finalmente e seriamente nella sua agenda il rilancio del settore automotive, uno dei comparti cardine della nostra economia, che ormai da troppo tempo sta soffrendo una crisi ben più grave di quella dell’economia in generale”.
"E’ assolutamente necessario che le esigenze di finanza pubblica, pur imprescindibili, non vedano ancora una volta l’auto nel mirino del fisco, con misure punitive che puntano a fare cassa con accise, bolli, tasse e imposte varie, colpendo consumatori e imprese al tempo stesso - ha aggiunto Crisci -. Parimenti, è sempre più urgente l’esigenza di una strategia di lungo periodo, mirante al rinnovo dell'attuale parco circolante tra i più vetusti d'Europa, un problema serissimo e non più rinviabile, tanto sotto il profilo ambientale che sotto quello della sicurezza”.
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