
Non giungono buone notizie dal comparto delle
macchine utensili e robot: l’indice degli
ordini elaborato dall’associazione di settore
Ucimu, evidenzia nel terzo trimestre dell’anno un calo del
-18,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un valore assoluto di 69 (base 100 nel 2015). Un risultato determinato dal negativo andamento registrato sia sul
mercato interno (
-19,3%) che sul mercato estero (
-14%).
“Il 2019, purtroppo, si conferma un anno di arretramento per i costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione - commenta
Massimo Carboniero, presidente di Ucimu -. A preoccupare gli imprenditori del settore è anzitutto la complessità del
contesto internazionale che, in molti mercati tra cui anche l’Italia, si è tradotta nel parziale blocco degli investimenti in sistemi di produzione”.

“Lo
scontro commerciale tra le due potenze economiche Stati Uniti e Cina, la crisi di settori trainanti del manifatturiero, primo fra tutti l’
automotive, e i focolai di guerra in zone calde del mondo, rendono l’operato delle imprese manifatturiere particolarmente complesso e il
futuro decisamente
incerto - ha spiegato Carboniero (nella foto) - In questo scenario, già di per sé difficile, il sistema industriale italiano rischia di essere ancor più penalizzato dall’atteggiamento ancora troppo poco deciso delle autorità di governo, alle prese con la definizione della
Legge di Bilancio 2020 e con l’allocazione delle (scarse) risorse disponibili”.
PIANO A SOSTEGNO DEGLI INVESTIMENTI. “Mai come in questo momento, il paese ha necessità di un piano che sostenga investimenti e sviluppo del manifatturiero che è poi il vero attivatore di occupazione . In questo senso la riduzione del
cuneo fiscale a beneficio dei lavoratori è apprezzabile a patto che abbia una dotazione economica adeguata; ma ciò non è sufficiente. Con specifico riferimento al settore delle macchine utensili - ha proseguito Massimo Carboniero - abbiamo delineato una sorta di '
short list 'delle
misure che assolutamente dovrebbero essere implementate, affinché il 2020 segni l’inizio di un nuovo ciclo positivo.
PACCHETTO UNICO. Secondo l’associazione, al fine di favorire il prosieguo dell’attività di ammodernamento e trasformazione degli stabilimenti produttivi italiani, anche in chiave digitale, occorre attivare un
Pacchetto unico per la crescita di impresa, strutturale, liberato cioè dalle annuali attese e incertezze legate alla possibile riconferma, o meno, di ciascuna delle misure in esso inserite. Questo pacchetto dovrebbe concentrare
tutti i vantaggi fiscali legati a ricerca e sviluppo e a superammortamento e iperammortamento per gli investimenti in nuovi macchinari, software e automazioni, e per le tecnologie legate alle tematiche ambientali.
“In particolare - suggerisce Carboniero - da un lato, l’iperammortamento dovrebbe avere una durata almeno
triennale, dall’altro, il
superammortamento dovrebbe essere affiancato dalla
revisione dei
coefficienti di ammortamento attualmente fermi al 1988 e per questo non più adeguati alle esigenze del mercato”.
FORMAZIONE 4.0. “Complementare a ciò deve essere previsto, anche per il 2020, un programma di formazione 4.0 che permetta l’aggiornamento del personale secondo le nuove esigenze della
fabbrica digitalizzata. Attualmente il credito di imposta è calcolato solo sul costo del personale impegnato nella formazione per le ore di aggiornamento svolte. Chiediamo, invece, che il provvedimento venga rivisto considerando nel calcolo del credito anche la voce di spesa relativa ai
formatori, l’aspetto più oneroso, specialmente per una PMI”.
PIÚ INTERNAZIONALIZZAZIONE. Sul fronte estero, Ucimu chiede interventi mirati a facilitare l’internazionalizzazione delle PMI italiane, specie nei paesi più lontani. “Con riferimento al
credito di imposta per le imprese italiane che partecipano a
manifestazioni estere internazionali chiediamo che, per il 2020, le manifestazioni oggetto dello sgravio siano quelle, individuate con l’aiuto delle associazioni di categoria, che si svolgono nei paesi extra UE, così da evitare di polverizzare le risorse disponibili non certo abbondanti - afferma Carboniero -. Parallementamente, auspichiamo che siano destinate risorse adeguate al
progetto ICE-Agenzia di Incoming di buyers esteri alle fiere internazionali che si svolgono in Italia, con l’obiettivo di favorire il contatto delle PMI italiane con qualificati operatori esteri provenienti dai paesi con prospettive di sviluppo più interessanti”.

“Anche sulla scorta del successo raccolto dalle
reti di imprese create per sostenere la promozione del Made in Italy di settore in alcune aree del mondo caratterizzate da una domanda particolarmente vivace, chiediamo alle autorità di governo un
intervento straordinario per sostenere la nascita di reti di impresa per lo studio e l’analisi di specifiche aree o settori di sbocco - conclude il Presidente di Ucimu -. Propedeutici alla definizione dell’attività commerciale, i progetti di studio e analisi di un mercato sono spesso costosi e per questo difficilmente sostenibili da una PMI. In questo senso la rete di imprese rappresenta sicuramente una valida soluzione a questa esigenza”.
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