![Treofan](https://www.polimerica.it/public/immagini/aziende/treofan_stab_810.jpg)
I
sindacati dei lavoratori chimici hanno preso una
posizione unitaria contro la
chiusura dello stabilimento ternano del gruppo
Jindal per la produzione di film
BOPP, rilevato insieme a quello di Battipaglia (ceduto quest'anno a
Jcoplastic) nell'ambito dell'acquisizione delle attività europee di
Treofan avvenuta due anni fa. Dopo aver annunciato la chiusura, nei giorni scorsi sono state avviate le procedure per il
licenziamento collettivo dei 150 addetti che lavorano nello stabilimento umbro.
Secondo i sindacati, l'acquisizione era motivata fin dall'inizio dall'intenzione di chiudere le attività italiane, "probabilmente per
eliminare un concorrente scomodo: oltre a recare un danno sociale drammatico, andrà a penalizzare la bilancia commerciale italiana nella produzione dei film plastici e c'è il rischio di una
débâcle dell'intero
Polo Chimico ternano”.
“Non è casuale – si legge in una nota diffusa dai sindacati - la scelta della formula del ‘
Licenziamento collettivo per
cessazione di impresa conseguente alla messa in liquidazione della società’, uno dei casi di deroga previsti dalla norma sul
blocco dei licenziamenti varato dal Governo per la pandemia Covid-19". “Oltre al danno la beffa - continua la nota -: Treofan, infatti, ha utilizzato prima la
Cassa integrazione per
Covid e poi ha deciso di chiudere liquidando l'azienda, tradendo gli
accordi sindacali sottoscritti al
MiSE ad agosto, che prevedevano il rilancio dell'attività produttiva dello stabilimento". "75 giorni e i 142 lavoratori di Terni saranno definitivamente licenziati: le istituzioni – concludono Filctem, Femca, Uiltec - devono intervenire e non permettere che ciò accada”.
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