13 ottobre 2021 08:57
Iniqua, inutile, punitiva e rozza: non si sono sprecati gli aggettivi contro plastic tax e sugar tax al webinar organizzato l'11 ottobre scorso da Regione Piemonte ("Sugar e Plastic Tax: misure da rivedere") per fare il punto sulle due nuove imposte che dovrebbero - ma il condizionale è d'obbligo - entrare in vigore all'inizio del prossimo anno.
I produttori di acque minerali, rappresentati dal presidente di Mineracqua Ettore Fortuna (nella foto) - hanno sottolineato l'impatto della plastic tax (450 euro a tonnellata sui materiali non riciclati) sul costo di una bottiglia, che nel caso delle acque di primo prezzo potrebbe arrivare al 30%. Una tassa definita iniqua poiché colpirà anche plastiche come il PET che non solo sono riciclabili, ma vengono riciclate in circuito chiuso, da bottiglia a bottiglia. "É questa l'economia circolare, che andrebbe incentivata e non tassata", ha detto Fortuna.
Il presidente di Mineracqua ha anche ricordato gli sforzi compiuti dall'industria anticipando i contenuti delle direttive sui rifiuti e sui monouso: "Abbiamo alleggerito bottiglie e chiusure e oggi le bottiglie italiane sono le più leggere in Europa - ha spiegato -. Immettiamo sul mercato circa 320.000 tonnellate di PET, lo stesso volume di dieci anni fa, ma nel frattempo le vendite sono cresciute del 30%". E, paradossalmente, l'obbligo sancito dalla Direttiva SUP di ancorare il tappo al contenitore provocherà, soprattutto sulle bottiglie ultraleggere, un sensibile aumento di peso (e di consumo di plastica).
Sul sistema DRS (deposito cauzionale), Fortuna si è detto aperto a valutare costi e benefici, ma - ha ricordato - gli investimenti in infrastrutture, organizzazione e tecnologie sono rilevanti (2 miliardi di euro in Germania), occorrono spazi per la raccolta presso i punti vendita e bisogna mettere in conto le truffe, che in un paese come la Germania, più virtuoso del nostro, interessano un quarto delle bottiglie conferite.
Presente all'incontro anche il Presidente di Unionplast, Marco Bergaglio, che ha bollato la plastics tax come "inutile e punitiva", poiché non produrrà benefici ambientali, ma generà solo costi. Anche il rinvio dell'applicazione al 1° gennaio 2022 non ha fermato il danno, poiché - in vista dell'introduzione del provvedimento - c'è stato un abbandono della plastica basato su un approccio non supportato da ragioni scientifiche (avvalorate da analisi LCA), o tecniche. Secondo Bergaglio, non si sono approfonditi "gli innumerevoli, e spesso poco conosciuti, vantaggi che questo materiale comporta per la sostenibilità. Sostenibilità che non deve essere intesa soltanto in chiave ambientale, ma si deve accompagnare, per definizione, a quella sociale ed economica". Se la tassa punta a ridurre il marine litter, colpire imballaggi e bottiglie non serve, poiché la quasi totalità dell'inquinamento proviene da microplastiche, il 90% delle quali generato da fibre tessili, soprattutto di origine animale o vegetale.
La plastics tax - ha concluso - servirà solo a "fare cassa", anche in modo "furbo", in quanto essendo una accisa, su questa si verserà anche l'IVA. Una tassa a forte rischio di evasione, poiché i controlli sono complessi, identificare la plastica riciclata in un manufatto spesso è impossibile, il tutto ancora più complicato nel caso delle merci di importazione.
Contrario alla due nuove imposte anche Gabriele Muzio di API Torino e Unonchimica Confapi, che segnala la concomitanza con forti aumenti delle materie prime, che già rischiano di mettere fuori gioco le imprese trasformatrici, lamentando - inoltre - la mancata convocazione del Tavolo nazionale sulla plastica, previsto dalla legge sulla plastics tax.
Perché invece di tassare la plastica non si è pensato a rimodulare il contributo ambientale Conai, si è chiesto Andrea Fluttero, imprenditore e membro del CdA di Biorepack, il nuovo consorzio dedicato alla raccolta delle plastiche compostabili. Mentre la prima è "rozza", poiché non consente di indirizzare il gettito in modo mirato sul riciclo, il CAC già oggi sostiene la filiera del recupero dei rifiuti da imballaggi.
Nel corso del webinar, la parola è stata data ad alcuni imprenditori del settore, tutti concordi a ritenere dannose e difficilmente applicabili le due nuove imposte, che nella migliore delle ipotesi ricadranno sui consumatori. Doppiamente dannose, oltre tutto, poiché si rischia di azzoppare due industrie che rappresentano altrettante eccellenze in Europa: la trasformazione delle materie plastiche e il loro riciclo.
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