21 novembre 2022 14:12
La Commissione per l'ambiente, l'alimentazione e gli affari rurali del Parlamento britannico ha proposto di vietare l'esportazione dal Regno Unito di tutti i rifiuti plastici entro la fine del 2027 per ridurre il contributo del paese all'inquinamento da plastica. L'iniziativa dovrebbe rientrare in una più ampia strategia volta a ridurre l'utilizzo di plastiche, favorendone il riutilizzo e il riciclo.
Una roadmap verso questo traguardo, secondo i commissari che hanno sottoscritto la proposta, dovrebbe essere approvata dal Governo entro marzo 2023.
Da quanto emerge dai lavori della Commissione, il Regno Unito esporta circa il 60% delle oltre 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggi in plastica che produce e la Turchia è il principale paese di destinazione di questi rifiuti, che in molti casi non vengono correttamente riciclati, come in passato hanno messo in luce alcune inchieste giornalistiche.
In attesa del divieto, la Commissione raccomanda al Governo di limitare la quantità di plastica che può essere esportata e di intensificare i controlli sulla base delle leggi esistenti, per impedire alla criminalità di esportare e disperdere illegalmente i rifiuti prodotti nel Regno Unito.
I commissari hanno anche stilato raccomandazioni a più ampio respiro per ridurre il consumo di plastica nel paese, aumentare la capacità di riciclo aumentando gli investimenti nel settore e creare una "economia circolare", passaggi essenziali per poter attuare il divieto all'esportazione dei rifiuti di plastica.
Andrebbe, per esempio, incoraggiata una più puntuale adesione alla "gerarchia dei rifiuti" che preveda, in primo luogo, la riduzione del volume dei rifiuti, quindi incoraggiarne il riutilizzo, prima di passare al riciclo vero e proprio. L'obiettivo è di arrivare al riciclo, riutilizzo o compostaggio di tutti i rifiuti plastici entro il 2042.
Tra le misure suggerite, c'è quella di accelerare l'introduzione della "Responsabilità estesa del produttore", con tassazioni specifiche sui produttori di imballaggi in plastica, per incentivarli a ridurre i volumi immessi sul mercato e a utilizzare materiali più facilmente riciclabili. Il comitato raccomanda che questo regime venga applicato progressivamente, coprendo entro il 2030 tutte le imprese che immettono sul mercato più di una tonnellata di imballaggi. Andrebbe quindi costituita una task force per individuare modi per incoraggiare una maggiore diffusione di schemi di riutilizzo e ricarica.
Il Comitato ribadisce inoltre il proprio sostegno alla Plastic Packaging Tax che si applica ai prodotti che contengono meno del 30% di plastica riciclata, in vigore allo scorso aprile (leggi articolo). La soglia di esenzione del 30% dovrebbe variare in base alle esigenze dei diversi settori ed essere incrementata nel tempo.
Le risorse così raccolte potrebbero essere investite in infrastrutture di raccolta, selezione e trattamento dei rifiuti e sostenere la ricerca in tecnologie per superare gli attuali limiti del settore, come nel caso degli imballaggi flessibili.
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