21 novembre 2023 08:49
Le divisioni tra i paesi sulla strada da seguire per ridurre l'impatto dei rifiuti plastici a livello globale stanno
rallentando lavori sulla messa a punto del
Trattato mondiale contro l’inquinamento da plastiche, la cui terza delle cinque sessioni si è tenuta nei giorni scorsi a Nairobi (INC-3), alla presenza di oltre
1.900 delegati in rappresentanza di 161 membri, tra cui l'Unione Europea e oltre 318 organizzazioni di osservatori: entità delle Nazioni Unite, organizzazioni intergovernative e organizzazioni non governative.
I prossimi appuntamenti sono fissati nel mese di aprile a Ottawa, in
Canada (INC-4) e a fine anno in
Corea del Sud (INC-5).
Sul tavolo delle trattative c'era la cosiddetta "bozza zero" (
zero draft), compendio delle diverse opzioni disponibili, ma
non si sono ancora
sciolti i nodi principali del trattato - autonomia dei paesi nella scelta degli strumenti da adottare e riduzione o meno dei consumi di plastiche -, tanto che le associazioni ambientaliste temono il fallimento degli ambiziosi obiettivi di partenza, dando la colpa alle lobby della petrolchimica. L'incontro di Nairobi ha
fallito anche l'obiettivo principale, ovvero conferire il
mandato alla redazione di una
prima bozza del testo del trattato.
Più ottimista la nota del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (
UNEP), che coordina i lavori: "Nel corso dell'INC-3, i membri hanno discusso la Zero Draft del presidente, hanno compilato un
testo per includere tutte le
opinioni dei membri, hanno preparato un testo unificato convalidato e
co-facilitatore e hanno trovato una via da seguire su questioni non ancora discusse".
L'INC ha inoltre eletto due vicepresidenti dell'Ufficio di presidenza e un
nuovo presidente del comitato, l'ambasciatore equadoregno
Luis Valdivieso, che prende il posto del dimissionario Gustavo Adolfo Meza-Cuadra Velasquez.
PlasticsEurope, che rappresenta i produttori europei di materie plastiche, apprezza gli sforzi compiuti, ma
lamenta l'assenza di
risultati concreti: "Purtroppo - nota la Managing director dell'associazione,
Virginia Janssens (nella foto) - INC-3 non ha rappresentato un passo avanti significativo verso la creazione di un’
economia circolare e la fine dell’
inquinamento da plastica, come speravamo. Nonostante questa battuta d’arresto, invitiamo tutti, compresa la nostra industria e i governi, a fare tesoro della lezione di Nairobi e a
raddoppiare gli sforzi. Dobbiamo lavorare ancora più strettamente insieme per trovare soluzioni in vista dell’INC-4". PlasticsEurope, come altre associazioni del settore, punta sulla
circolarità, "comprese misure strutturali per promuovere la produzione e il consumo sostenibili, nonché il riciclo", ma è
contraria a
limitazioni e
divieti.
"Siamo delusi dal fatto che le parti non siano riuscite a trovare un accordo su una via da seguire entro la fine di questo ciclo di negoziati - continua Janssens -. Questa è un'
occasione persa. L'incapacità di concordare un
mandato per il l
avoro tecnico tra l'INC-3 e il prossimo ciclo di negoziati era evitabile e servirà solo a ritardare i negoziati".
"Quando ci si riunirà nuovamente a Ottawa, nell’aprile 2024 - conclude Virginia Janssens -, i negoziatori dovranno affrontare temi cruciali: per esempio, quale sia il modo migliore per promuovere produzione e consumo sostenibili di plastica e prodotti in plastica e consentire la rapida espansione a livello globale della raccolta, smistamento e riciclo, sia meccanico che chimico". Secondo la direttrice di PlasticsEurope, occorre inoltre concentrarsi sulle misure necessarie per creare una maggiore domanda di contenuti circolari nella produzione di plastiche e su un sistema di finanziamento sostenibile che sblocchi i massicci investimenti – sia pubblici che privati – necessari per questa transizione.
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