23 novembre 2023 18:20
Dopo aver riportato le reazioni a caldo delle associazioni europee (leggi articolo) sulla posizione votata ieri dal Parlamento UE in merito alla proposta di Regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio varata dalla Commissione (leggi articolo), ci occupiamo delle organizzazioni italiane che rappresentano l'industria delle bioplastiche, della trasformazione di materie plastiche e i consorzi di filiera.
TRASFORMATORI. Unionplast (Federazione Gomma Plastica) plaude al voto del Parlamento sottolineando - attraverso le parole del Presidente Marco Bergaglio (nella foto) - che è stata respinta la posizione ideologica, quella del minor impatto ambientale del riutilizzo, non supportata scientificamente e che anzi probabilmente implica più trasporti, più inquinamento e maggiori consumi di acqua ed energia. La versione della Commissione, se non modificata dal Parlamento "avrebbe messo in ginocchio migliaia di imprese e relativi posti di lavoro, incidendo pesantemente sul nostro PIL".
Sulla stessa linea si muove Pro Food, gruppo merceologico di Unionplast che rappresenta i produttori di contenitori e stoviglie in plastica per cibi e bevande, sottolineando tre aspetti. Il primo è che si tratta della vittoria del "buon senso", capace di raccogliere adesioni da realtà anche molto lontane fra loro in termini geografici ed economici, quindi non un mero “Italian affair”. Non una una vittoria di una lobby, quindi, ma "l’inevitabile conseguenza del prevalere del buon senso sull’ideologia", oltre a una "apertura di credito verso un modello, quello italiano, fatto di produzioni di imballaggi sempre più sostenibili, di utilizzi sempre più accorti e di un sistema di raccolta, selezione e riciclo dei rifiuti da imballaggio che già funziona, e che cresce: un sistema certamente migliorabile, ma non sostituibile".
Pro Food sottolinea anche la posizione unitaria degli europarlamentari italiani, che si sono battuti quasi “soli contro tutti”. Ma - conclude - Il percorso legislativo del Regolamento è ancora lungo, i suoi passaggi a volte complessi e la proposta uscita dall’assemblea plenaria del Parlamento contiene dei punti ancora migliorabili.
IL MONDO DELLE BIOPLASTICHE. Assobioplastiche, attraverso il presidente Luca Bianconi, esprime soddisfazione sul voto di ieri, poiché sono state stralciate alcune restrizioni nei confronti delle bioplastiche compostabili presenti nella versione originaria del Regolamento. Ma anche perché è stata confermata la validità del modello italiano, che connette le bioplastiche compostabili con la gestione del rifiuto organico. Viene accolto con favore l'obbligo di realizzare con materiali compostabili alcuni imballaggi quali sacchetti ultraleggeri per l'ortofrutta, bustine di tè e caffé, o i bollini adesivi per ortofrutta. Apprezzata, inoltre, la possibilità lasciata agli stati membri di imporre le bioplastiche anche per gli shopper (come avviene in Italia) in presenza di adeguate infrastrutture di raccolta e riciclo delle matrici biodegradabili.
Posizione condivisa da Biorepack, il consorzio di filiera per la raccolta e riciclo delle plastiche compostabili. "Il modello italiano basato sulla sinergia tra raccolta dell’umido urbano e imballaggi compostabili potrà essere mantenuto e diffuso in altri Paesi", commenta il presidente Marco Versari (nella foto), ricordando che dal 1° gennaio prossimo, la raccolta differenziata dell’umido diventerà obbligatoria in tutta la UE.
DISTRIBUZIONE. Quello che esce dal Parlamento è un testo un po’ più equilibrato, sottolinea Carlo Alberto Buttarelli, Presidente di Federdistribuzione, che cita come esempio di buon senso l'eliminazione del divieto di commercializzazione degli imballaggi monouso per l’ortofrutta, che avrebbe avuto pesanti ripercussioni in termini di sicurezza e sprechi alimentari, nonché il ribilanciamento tra riuso e riciclo rispetto alla proposta della Commissione.
L'associazione sottolinea alcune criticità rimaste nel testo, come il divieto delle confezioni pluriprodotto, la tendenza ad andare verso forme di vendita alla spina, "che hanno sinora dato risultati discutibili sia in termini ambientali che di gestione operativa", nonché la volontà di spingere sull’introduzione di sistemi di cauzionamento, "che vedrebbero pesantemente coinvolto il settore della distribuzione, ma anche della produzione, in caso di eventuali sistemi di raccolta per il riutilizzo, i cui costi ricadrebbero inevitabilmente sulla filiera e sui consumatori".
RICICLO. Dal mondo del riciclo, per ora, giunge solo la voce di Corepla. "É un risultato importante, che tutela il 'sistema Italia' e un giusto riconoscimento al nostro modello di eccellenza – sostiene il presidente del Consorzio, Giovanni Cassuti (nella foto a sinistra) -. Se il regolamento fosse stato approvato così come proposto inizialmente dalla Commissione, l’impatto avrebbe smantellato un settore economico con migliaia di addetti e vanificato gli ottimi risultati ambientali del riciclo, ottenuti grazie al lavoro congiunto che coinvolge comuni, cittadini, imprese e Consorzi di filiera".
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