20 dicembre 2023 13:29
In attesa dei risultati del trilogo, la posizione assunta dal Consiglio europeo sulla proposta di Regolamento imballaggi e rifiuti da imballaggio (leggi articolo) viene giudicata discriminatoria verso la plastica dalle associazioni industriali del settore: Unionplast (Faderazione Gomma Plastica) in rappresentanza dei trasformatori e PlasticsEurope per conto dei produttori.
LA POSIZIONE DEI TRASFORMATORI ITALIANI. "É assolutamente evidente, a discapito di ogni invocato principio di neutralità, la volontà di mettere fuori gioco la plastica a favore di altri materiali, principalmente carta e cartone, oggetto di varie esenzioni nel testo normativo - afferma il Presidente di Unionplast Marco Bergaglio (nella foto) -. Nonostante il grande sforzo del nostro Governo di salvare la competitività dell’industria italiana della plastica, sono rimaste prevalentemente inascoltate le richieste del comparto". Un approccio che - sostiene l'associazione - non tiene minimamente conto delle soggettività nazionali e, in particolare, della capacità italiana di riciclare gli imballaggi e utilizzare le derivanti materie prime seconde.
“Permangono – spiega Bergaglio - i vincoli sul contenuto di riciclato in assenza di norme che disciplinino il riciclo chimico, gli obiettivi di riduzione e i divieti di immettere al consumo alcuni formati di imballaggi in plastica, film e vaschette per l’ortofrutta per esempio, imballaggi riciclati e riciclabili che nelle intenzioni dei legislatori europei dovrebbero sparire dal commercio. E in più, ogni Stato Membro potrà inasprire gli obiettivi del PPWR prevedendo ulteriori restrizioni".
Il rischio - afferma il Presidente di Unionplast - è la frammentazione del mercato, la produzione di una maggiore quantità di rifiuti da imballaggio, oltretutto più complessi e difficili da riciclare. "Siamo ancora una volta di fronte ad un provvedimento iniquo, ideologico, dai dubbi risultati ambientali e che ha l’aggravante di essere stato prodotto in assenza di una valutazione di impatto credibile", osserva Begaglio. "In ultima analisi, si tratta di una 'Direttiva SUP 2' che lascia incredula l’industria e che butta via gli investimenti fatti negli ultimi decenni nella trasformazione e nel riciclo” .
LE CRITICHE DEI PRODUTTORI EUROPEI. Toni più sfumati, ma la sostanza non cambia, nel commento di Virginia Janssens (nella foto), direttrice dell'associazione europea dei produttori di materie plastiche, Plastics Europe. "Sebbene politicamente attraente per alcuni, prendere di mira arbitrariamente la plastica non è la risposta - sostiene Janssens -. Ciò metterà a repentaglio gli investimenti in soluzioni di imballaggio in plastica più sostenibili e incoraggerà la sostituzione della plastica con altri materiali, senza comprovati vantaggi ambientali. E non risolverà il problema degli imballaggi monouso".
"Esiste il rischio reale - aggiunge - che le misure proposte possano frammentare il mercato interno degli imballaggi in plastica e creare condizioni di concorrenza ineguali con altri materiali".
Inoltre - sostiene l'associazione -, pur sostenendo l’adozione di un modello di riutilizzo per le applicazioni in cui questo sistema può garantire i migliori benefici ambientali, è deludente che il Consiglio non riconosca l’impatto del riutilizzo su specifici formati di imballaggi in plastica per il trasporto e la fattibiltà nel raggiungere gli obiettivi fissati.
PlasticsEurope chiede che nel trilogo vengano adottate misure ambiziose e neutrali dal punto di vista dei material, per creare un clima favorevole agli investimenti, necessario per consentire al sistema europeo della plastica di accelerare la transizione verso la circolarità".
A caldo, altre associazioni avevano espresso critiche e riserve sulla decisione del Consiglio UE (leggi articolo)
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