La Guardia di Finanza di Taranto sgomina traffico di rifiuti plastici e PFU: 21 le imprese coinvolte.
6 dicembre 2011 13:20
Nell'ambito dell'operazione "Gold Plastic", i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Taranto hanno eseguito questa mattina 54 arresti per traffico internazionale di ingenti quantità di rifiuti speciali costituiti da materie plastiche, gomma e pneumatici fuori uso. Tra gli arrestati rappresentanti di società operanti nel settore del recupero e riciclaggio di rifiuti speciali, spedizionieri doganali e agenti di compagnie di navigazione, tra cui anche alcuni operatori di etnia cinese. I reati ipotizzati sono associazione per delinquere transnazionale finalizzata all'illecito traffico di rifiuti e falsità ideologica in atto pubblico.
Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lecce, che ha disposto anche numerose perquisizioni, nel corso delle quali, in 21 aziende di 13 regioni italiane, sono stati sequestrati preventivamente beni per un valore complessivo di oltre 6 milioni di euro.
L'operazione è il frutto di indagini avviate nel gennaio del 2009 dalla Guardia di Finanza di Taranto insieme agli uffici della Dogana. Anche grazie a intercettazioni telefoniche e telematiche, le Fiamme Gialle hanno ricostruito un traffico illecito di 34mila tonnellate di rifiuti speciali esportati dall'Italia verso diversi paesi del sud-est asiatico utilizzando 1.507 container, per un giro d'affari stimato in sei milioni di euro, considerando sia i mancati costi per lo smaltimento dei rifiuti presso i siti italiani autorizzati, sia i compensi percepiti "in nero", anche su conti bancari esteri, per l'attività commerciale e di intermediazione dei rifiuti; questi venivano acquistati a un prezzo irrisorio e quindi rivenduti a clienti asiatici, che li utilizzavano per il recupero energetico, a un valore anche 250 volte superiore.
Durante le indagini, sono state sequestrate oltre 2.600 tonnellate di rifiuti speciali su 114 container, già pronti per essere spediti oltreoceano, utilizzando una falsa documentazione commerciale e doganale: in particolare, sulle bolle erano indicati dati non veritieri riguardo il tipo di materiale stivato, il paese di destinazione e l'impianto di recupero finale. Nella maggior parte dei casi, ha rilevato la Guardia di Finanza, i rifiuti speciali non erano stati trattati nemmeno in via preliminare; fatto ancor più grave perchè non essendo tracciabili, avrebbero potuto essere rigenerati e riutilizzati come materia prima per la produzione di giocattoli, casalinghi, biberon e prodotti sanitari, magari destinati proprio al mercato europeo.
Il traffico internazionale di rifiuti plastici è stato oggetto di una recente trasmissione di Report, che mostra come una volta giunti in Cina, questi vengano trattati in modo molto superficiale e riutilizzati come materia prima seconda nella produzione di manufatti di ogni genere.
“I traffici internazionali di rifiuti plastici, soprattutto a base di polietilene, sono uno dei tratti più tipici dell’ecomafia globale – commenta il vice presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani -. Preziose materie sotto forma di scarti prendono le vie illegali e varcano i confini alla volta di quei Paesi scelti strategicamente dalle holding criminali transnazionali, dove è alta la richiesta di questi materiali, dove le leggi sono permissive e le promesse di arricchimento alte. In completo sfregio alle regole del libero mercato, della tutela ambientale e della salute dei cittadini, con alti rendimenti e bassi rischi giudiziari, soprattutto in confronto ai traffici di droga o di armi. Al danno economico subito così dall’economia sana bisogna quindi aggiungere i costi degli enormi danni ambientali e sanitari perpetrati e difficilmente sanati”. Secondo Legambiente, solo nel 2010 sono state sequestrate nei porti italiani 11.400 tonnellate di rifiuti, un terzo dei quali composto da materie plastiche, gomme e pneumatici fuori uso. I flussi illegali si muovono prevalentemente lungo le autostrade del mare, con destinazione Cina nel 60% dei casi, Corea del Sud (12%) e India (10%).
A questo tema è dedicato il convegno organizzato dal Consorzio Polieco e da Legambiente il prossimo 15 dicembre a Roma, presso la sala Capranichetta dell'Hotel Nazionale (Piazza Montecitorio, 131), intitolato: "Il traffico illecito di rifiuti: un’emergenza globale".
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