29 novembre 2018 10:51
Non arrivano buone notizie dall’ultimo Chemicals Trend Report di Cefic, la federazione europea dell’industria chimica, che rileva un rallentamento delle performance del settore.
Nei primi nove mesi di quest’anno, la produzione chimica nel vecchio continente registra infatti una crescita frazionale, pari al +0,2%, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con tassi negativi in alcuni comparti, tra cui la chimica di base, mentre resta soddisfacente l’andamento della chimica per il consumo (+2,9%).
Sul fronte dei prezzi alla produzione, tra gennaio e settembre il livello medio è aumentato del +3,6%, con incrementi superiori nella petrolchimica (+5,4%), inorganici di base (+5,4%) e polimeri (+5,3%), che hanno avuto effetti positivi sulle vendite, salite in media, nei primi otto mesi dell’anno, del +4%, toccando il livello più alto degli ultimi sei anni. Effetto trainato principalmente dagli aumenti delle quotazioni del greggio.
Tra gennaio e agosto, le esportazioni sono aumentate del +4,2% a 108,4 miliardi di euro (dai 104 miliardi dei primi otto mesi del 2017), con un incremento soprattutto verso gli Stati Uniti, da 19,4 a 21,5 miliardi di euro, grazie al supporto di prodotti petrolchimici (+1,08 miliardi, +14%) e specialità chimiche (+650 milioni, +11,7%). Si registra, invece, una flessione del 13% nell’export di prodotti petrolchimici verso l'Asia, pari a 342 milioni di euro in valore. La Cina si conferma anche quest'anno al terzo posto per destinazione dell’export chimico europeo, con il 9% del totale, dopo USA e resto d’Europa, seguito da Africa, Medio Oriente e Russia.
Nei primi otto mesi dell’anno, le importazioni di prodotti chimici in Europa sono ammontate a 77,2 miliardi di euro, contro i 72,3 miliardi dell’anno scorso. Il maggior tasso di crescita si registra nelle importazioni cinesi - al terzo posto dopo USA e resto d’Europa, con una quota del 13% - passate da 9 a 10,5 miliardi di euro. In flessione, invece, le importazioni dagli Stati Uniti, che perdono in valore 203 milioni di euro, soprattutto nei segmenti degli inorganici di base e chimica per il consumo.
Il saldo commerciale è sceso di 600 milioni di euro, pur mantenendo un attivo di 31,18 miliardi di euro. Sono positivi i saldi con il resto d’Europa, Stati Uniti, Africa e Brasile, mentre la bilancia è in deficit nei confronti di India, Corea del Sud, Cina e Giappone.
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