21 dicembre 2022 08:52
A dispetto del clima di incertezza e del forte rialzo dei costi energetici, l'industria italiana dei beni strumentali - tra cui macchine e impianti per gomma-plastica - chiuderà il 2022 con un fatturato di 54.106 milioni di euro, ovvero l’8,1% in più rispetto all'anno scorso, risultato condizionato positivamente dal mercato interno. Le vendite in Italia, infatti, ammontano a 19.733 milioni di euro, con una crescita del +14,7%, a fronte di esportazioni stimate in 34.373 milioni di euro (+4,7%).
Il consumo italiano di macchinari, anche grazie agli incentivi Industria 4.0, dovrebbe invece attestarsi a 31.688 milioni di euro, in crescita del +17,9% e ciò ha anche trainato anche le importazioni, salite del + 23,5% 11.955 milioni di euro.
Sono queste le stime contenute nel pre-consuntivo elaborato da Federmacchine, che contraddicono - fortunatamente in positivo - le previsioni di metà anno (leggi articolo), orientate verso una sostanziale stabilizzazione del giro d'affari, dopo la forte crescita registrata nel 2021 (+21%).
La produzione di beni strumentali ha scontato nel corso dell'anno forti limitazioni legate alla disponibilità di componenti, come sottolinea il presidente di Federmacchine, Giuseppe Lesce (nella foto) : “La mancanza di componenti ha, almeno in parte, ridotto il fatturato 2022 e oggi rischia di complicare l’attività delle nostre aziende anche per i prossimi mesi. Molte aziende hanno, infatti, i magazzini pieni in attesa di ricevere le parti mancanti per completare la costruzione dei macchinari già praticamente pronti e consegnarli ai clienti".
"Anche per questo - aggiunge Lesce - accogliamo con favore la proposta fatta dalla maggioranza di governo, e che dovrà essere poi discussa in Parlamento, di prevedere nella Legge di Bilancio 2023 lo spostamento, dal 30 giugno al 31 dicembre 2023, del termine di consegna dei macchinari e delle tecnologie ordinate entro fine 2022 e per le quali è stato versato acconto del 20%”.
Federmacchine è ottimista anche riguardo il 2023, ma segnala che la crescita potrebbe essere più contenuta. Stima infatti un fatturato intorno a 55.861 milioni di euro, il 3,2% in più rispetto al 2022. Dello stesso ordine di grandezza dovrebbe aumentare l’export (+3%), toccando 35.395 milioni di euro, mentre le consegne in Italia potrebbero arrivare a 20.466 milioni (+3,7%), a fronte di un mercato interno di 32.679 milioni di euro (+3,1%).
"Le aziende hanno portafogli ordini davvero ricchi e, nonostante le problematiche con cui tutti noi dobbiamo confrontarci, quali mancanza di componenti elettriche e elettroniche, caro energia e incertezza determinata dal conflitto tra Russia e Ucraina che ancora non si arresta, ci aspettiamo ancora mesi di crescita”, spiega il presidente di Federmacchine. “Auspichiamo che l’Europa dia il via libera all’utilizzo da parte dell’Italia, dei fondi non spesi previsti dal PNRR per il 2022 e destinati ai provvedimenti 4.0 - continua Lesce -. Con queste risorse potrebbe infatti essere finanziato (anche) il mantenimento delle aliquote al 40% del credito di imposta per gli investimenti in nuove tecnologie di produzione, così da sostenere il mercato domestico ancora particolarmente vivace. Il dimezzamento previsto dell’aliquota, che senza interventi, a gennaio 2023, passerà dal 40% al 20%, potrebbe congelare la domanda interna, bloccando di fatto, il processo di svecchiamento e transizione digitale ora nel pieno del suo dispiegamento. Un rischio, questo, che non possiamo assolutamente correre”.
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