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Parole chiave della ricerca: Prysmian


Cavi speciali per il Medio Oriente

10 maggio 2011 - Prysmian si aggiudica due commesse per 60 milioni di euro nel settore Oil&Gas.

Prysmian ha via libera per Draka

11 febbraio 2011 - La Commissione Europea autorizza l'acquisizione della società olandese.

Opas Prysmian su Draka

22 novembre 2010 - Offerta di acquisto e scambio non ostile sul gruppo olandese. Ma i cinesi della Xinmao rilanciano. Grandi manovre intorno a Draka, gruppo multinazionale che opera nello sviluppo, produzione e vendita di cavi e sistemi. Questa mattina l'italiana Prysmian ha annunciato l'intenzione di promuovere un’offerta pubblica di acquisto e scambio (Opas) sulla capogruppo olandese per acquisirne il 100% del capitale, per un valore complessivo dell'operazione di quasi 1,3 miliardi di euro. L’offerta italiana valuta ciascuna azione ordinaria Draka 17,20 euro, pagabili parte in contanti (8,60 euro per azione) e parte con azioni in ragione di 0,6595 azioni Prysmian per ciascuna azione ordinaria Draka. L’Offerta - spiegano i vertici della società milanese - incorpora un premio del 25% rispetto al prezzo di chiusura del 13 ottobre 2010 e del 37% rispetto alla media ponderata del prezzo per azione Draka nei 6 mesi precedenti. Qualche ora più tardi è arrivata notizia che anche la cinese Tianjin Xinmao S&T Investment sarebbe intenzionata a scalare la società olandese lanciando un'offerta pubblica d'acquisto a un prezzo in contanti di 20,50 euro per azione. Il progetto italiano, appoggiato dai vertici Draka (che si riservano comunque di valutare anche l'offerta cinese), punta a creare un colosso nel settore della produzione di cavi per l’energia e le telecomunicazioni, presente in una cinquantina di paesi, con oltre 90 stabilimenti, 20.000 addetti e un fatturato di 5,8 miliardi di euro (dati 2009). Le sinergie derivanti dalla fusione sono stimate in 100 milioni di euro entro tre anni. A seguito del perfezionamento dell’offerta - se l'operazione andrà in porto - gli azionisti di Draka potranno detenere approssimativamente fino al 15% di Prysmian. Il gruppo italiano prevede di emettere circa 32 milioni di nuove azioni. L'operazione ha ricevuto il supporto e l'unanime raccomandazione da parte del consiglio di gestione e del consiglio di sorveglianza di Draka - si legge in una nota - E c'è anche l'impegno irrevocabile ad aderire all’offerta del maggior azionista di Draka, Flint, che detiene una partecipazione pari al 48,5%. Impegno e accordi che, secondo contratto, potrebbero decadere in caso di un'offerta concorrente significativamente più alta, come per altro è quella cinese. Prysmian ha già fatto sapere che non è intenzionata a rilanciare sull'offerta di Tianjin Xinmao S&T Investment.

Energia verde: Prysmian in prima fila

17 novembre 2010 - Il gruppo italiano realizzerà collegamenti sottomarini per la produzione di energia dalle maree. Il produttore milanese di cavi e e sistemi per energia e telecomunicazioni è stato selezionato dall'ente canadese FORCE (Fundy Ocean Research Centre for Energy) come partner del più grande progetto al mondo per la generazione di energia da correnti marine, l'ultima frontiera nel campo delle energie verdi. Prysmian progetterà e fornirà cavi e sistemi sottomarini ad elevata tecnologia per il collegamento di 4 mega-turbine (foto a sinistra) che verranno installate nella Baia di Fundy, in Nuova Scozia, Canada, e per la connessione alla rete elettrica di terraferma. Il potenziale di energia ottenibile dallo sfruttamento delle correnti marine della Baia di Fundy è stimato in circa 2.000 megawatts, sufficiente a fornire energia a circa 750.000 abitazioni. Nell'ambito del progetto, Prysmian fornirà circa 11 km di cavi tripolari a 34,5 kV isolati con EPR (gomma etilene propilene), gomma particolarmente adatta all'impiego in situazioni ambientali delicate, come nei mari, laghi e fiumi. I cavi saranno prodotti in Italia nello stabilimento di Arco Felice, in provincia di Napoli, mentre l'installazione sarà eseguita da International Telecom nell'estate 2011; l'entrata in funzione dell'impianto è programmata per l'inverno dello stesso anno. Il gruppo italiano sta traendo beneficio dalla green economy: di recente ha acquisito in Germania due importanti commesse per il collegamento di grandi impianti eolici offshore, HelWin1 e BorWin2, alla rete elettrica sulla terraferma.

Prysmian torna in positivo

12 novembre 2010 - Nel terzo trimestre dell'anno ricavi in crescita del 7,6%, dopo un inizio anno difficile. Il gruppo italiano Prysmian consolida la ripresa e mette a segno, nel terzo trimestre dell'anno, un incremento dei ricavi del +7,6%, dopo il +4,3% registrato nel secondo e il segno negativo (-11,2%) dei primi tre mesi. Tra gennaio e settembre, le vendite sono ammontate a 3,33 miliardi di euro, contro i 2,77 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno, con una variazione organica del +0,3%. L’utile netto nei primi nove mesi è di 92 milioni di euro, contro i 204 milioni dello scorso anno, a causa principalmente del differente effetto del fair value dei derivati sui prezzi delle materie prime, positivo per 88 milioni quest'anno contro i 3 milioni nei primi nove mesi 2010. “L’avvio di una fase di ripresa della domanda si evidenzia anche nei business più ciclici, come quelli dei cavi per le costruzioni e per la distribuzione di energia, che maggiormente avevano risentito della crisi – spiega la società in una nota - Il trend di miglioramento della crescita organica ha caratterizzato tutti i business dei cavi energia, con particolare riferimento ai prodotti a maggior contenuto di tecnologia e legati alle energie rinnovabili”. Secondo l’amministratore delegato Valerio Battista: “Il miglioramento dei risultati, unitamente all’incremento del portafoglio ordini in essere, consentono di individuare con maggior precisione l’obiettivo di redditività a fine anno nell’intorno di 375 milioni di euro”. Per quanto concerne gli sviluppi strategici, la società milanese ha investito quest'anno 50 milioni di euro nei tubi flessibili per l’estrazione petrolifera offshore in Brasile: completato il lungo iter autorizzativo per l’espansione dello stabilimento di Vila Velha, Prysmian prevede di avviare la produzione entro fine anno con le prime consegne a Petrobras.  Prosegue anche l’integrazione delle aziende acquisite in Russia (RybinskElektrokabel) e in India (Ravin Cables).  

Prysmian: nuovo contratto negli Emirati

16 luglio 2010 - 250 milioni di euro per realizzare ad Abu Dhabi una rete di oltre 200 km di cavi XLPE. Abu Dhabi Transmission and Dispatch Company (TRANSCO) ha affidato a Prysmian un'importante commessa in Medio Oriente del valore di 250 milioni di euro per realizzare, in due anni, una rete di trasmissione elettrica che collegherà le sottostazioni elettriche di Bahia e di Saadiyat, negli Emirati Arabi uniti. La società italiana sarà responsabile della progettazione, produzione, installazione e testing di un sistema ad Altissima Tensione che comprende oltre 230 km di cavi con isolamento estruso (XLPE) e relativi componenti di rete. Si tratta - afferma la società milanese - del più grande progetto per un sistema in cavo ad altissima tensione in XLPE mai assegnato a un unico fornitore, in termini di valore del contratto. “Il progetto è vasto, complesso e innovativo e prevede l’applicazione di tecnologie tra le più avanzate nel settore - commenta Giovanni Caradonna, General Manager Prysmian in Medio Oriente -. Know-how tecnologico, focus sulle esigenze dei clienti e conoscenza del mercato sono i punti di forza di Prysmian anche in Medio Oriente”. Leggi tutte le notizie su: Prysmian

A Parigi nasce Transgreen

6 luglio 2010 - Obiettivo: realizzare una rete trans-mediterranea per portare energia pulita dall'Africa all'Europa. Dodici partner industriali attivi nella generazione e nelle tecnologie per la trasmissione di energia, tra cui la milanese Prysmian, hanno dato vita a un’entità giuridica comune che avrà per obiettivo lo studio degli aspetti tecnici, industriali ed economici, finanziari, regolatori ed istituzionali per la creazione di una super-rete trans-mediterranea che dovrà portare energia rinnovabile dal Nord Africa in Europa. L’iniziativa vede il patrocinio del Ministro francese dell’Ecologia, dell’Energia, dello Sviluppo Sostenibile e della Pianificazione Regionale Jean-Luis Borloo e del Consigliere Speciale del Presidente della Repubblica Francese Henri Guaino. Con Prysmian, sono coinvolti nel progetto Abengoa, Alstom, Areva, Atos, Origin, CDC Infrastructure, EDF, Nexans, RED Eléctrica de España, RTE, Siemens e Veolia. Inizialmente costituita per un periodo di tre anni, l’iniziativa “Transgreen” si inserisce nel quadro del Piano Solare Mediterraneo (PSM) ed è aperta ad altre aziende, provenienti soprattutto dai paesi del Sud, al fine di promuovere la cooperazione nella progettazione dei sistemi elettrici che contribuiranno ad accelerare il passaggio verso l’impiego di energia generata da fonti a basso contenuto di carbone. Transgreen lavorerà a stretto contatto con le autorità dei paesi coinvolti, la Commissione europea, la comunità scientifica, le banche di sviluppo e le organizzazioni non governative, si legge in una nota. Le attività saranno condotte in stretto coordinamento con gli altri progetti del PSM, incluso Desertec, che si propongono di arrivare a fornire entro il 2050 fino al 15% del consumo di elettricità dell’Europa attingendo a fonti di generazione solare ed eolica installate in Nord Africa e Medio Oriente. Nell’ambito del PSM è prevista la costruzione, a sud e ad est del bacino del Mediterraneo, di capacità di generazione di energia elettrica rinnovabile, principalmente solare, per 20 GW entro il 2020; di questi circa 5 GW saranno esportati verso l’Europa, rendendo quindi necessaria la creazione di un sistema elettrico transmediterraneo per la trasmissione di energia verso i centri di consumo e la realizzazione di nuove strutture di trasporto ed interconnessione, soprattutto mediante sistemi sottomarini in cavo ad alta ed altissima tensione in corrente continua.

Trasformatori in cerca di certezze

21 giugno 2010 - All'Assemblea di Federazione Gomma Plastica si è parlato di crisi e di ripresa: non mancano i segnali positivi, ma i dubbi restano.Istruzione tecnica inadeguata, mancanza di infrastrutture, alto costo dell'energia, tempi della giustizia e certezza del diritto, eccessiva burocrazia: una lista di lacci e lacciuoli che frenano lo sviluppo economico nel nostro paese, elencati dal Presidente di Federazione Gomma Plastica, Nicola Centonze (nella foto), nel corso dell'Assemblea annuale tenutasi venerdì scorso a Milano. E la strada della crescita non può prescindere, oltre che da questi fattori, anche dall'innovazione, che nel comparto delle materie plastiche trova limiti nella scarsa patrimonializzazione e nelle ridotte dimensioni medie delle imprese. Da qui l'importanza di una legge sulla defiscalizzazione degli utili reinvestiti e la richiesta al Ministro dell'Economia  di prorogare la Tremonti-Ter. Il settore, del resto, ha pagato cara la crisi: il comparto gomma ha visto calare la produzione in media del -25%, con punte del -50% negli pneumatici per veicoli pesanti e leggeri. Il comparto degli articoli tecnici ha perso in media un quarto della produzione, ma con punte del 50% nel maggior segmento di riferimento, quello dei tubi. "Per le plastiche abbiamo registrato risultati disastrosi nell’edilizia, nell’auto e nella componentistica elettrica ed elettronica - ha detto Centonze -. Meno pesanti i cali nel settore dell’imballaggio sorretto dall’alimentare, dal farmaceutico, dalla detergenza e dall’igiene personale". Segnali di ripresa si evidenziano nei primi mesi di quest'anno, grazie soprattutto al traino delle esportazioni: "La debolezza dell’Euro, se si mantenesse e pur con i suoi risvolti negativi per quanto concerne i prezzi delle materie prime, sarebbe un forte aiuto alle nostre esportazioni proprio nelle aree che più ci interessano e un freno alla concorrenza", ha detto alla platea di imprenditori presenti in sala. Restano le preoccupazioni sull'andamento delle materie prime, "con aumenti mensili che non si riescono a scaricare se non in parte e con ritardo su un mercato ancora debole". E ha aggiunto: "Non conosciamo le reali motivazioni di questa situazione, probabilmente dovute alla chiusura in Europa di siti produttivi ritenuti antieconomici e ai ritardi delle previste produzioni medio-orientali, ma ci auguriamo che i produttori intervengano a calmierare il mercato perché la situazione rischia di diventare pericolosa per tutti". Parlando del rinnovo del Contratto nazionale di lavoro, Centonze ha affermato che ha rispettato il mandato della Giunta, che chiedeva un accordo unitario, da chiudersi rapidamente, capace di salvaguardare flessibilità e produttività, riconoscendo aumenti economici superiori a quelli previsti dall’accordo interconfederale solo se giustificati da concrete concessioni che consentissero alle imprese di migliorare il loro livello competitivo. E contenendo gli oneri per le imprese, in un periodo difficile per il settore. "Non possiamo dire di aver registrato piena soddisfazione né da parte datoriale né da parte sindacale - ha commentato - ciò vuol dire che è un buon contratto". Centonze ha quindi toccato il tema della rappresentanza di settore, citando il progetto di Federazione di scopo per la filiera delle plastiche, particolarmente caro ai costruttori di macchine (Giorgio Colombo, Presidente di Assocomaplast era presente in sala e ha tenuto un breve intervento su questo tema). Il presidente di FGP ha affermato che il progetto sarà presto esaminato in Federazione; nel frattempo ha rivolto un appello alla dozzina di associazioni che rappresentano settori specifici della filiera, chiedendo di fare quadrato: "Troppe voci che non fanno un coro, messaggi che fanno reciproca interferenza e lasciano spazio a chi non vuole decidere o non vuole prendere posizione - ha detto -. Se l’esempio vien dall’alto, allora Assogomma e Unionplast hanno dato l’esempio e da oggi anche Assocompositi (Associazione dei materiali compositi recentemente entrata a far parte della Federazione, ndr)". Per poi concludere: "Il fronte di coloro che si oppongono alla crescita della nostra filiera è vasto e articolato e il nostro dovere è unire le forze per riaffermare la centralità dell’industria manifatturiera e di quella della gomma e della plastica in particolare". All'Assemblea dei trasformatori è intervenuto anche Luca Paolazzi, Direttore del Centro Studi Confindustria, che ha analizzato gli effetti della crisi e le prospettive di ripresa per l'industria nazionale. Ne è uscito un quadro a più tinte, con qualche sfumatura: la fase più acuta della crisi è alle spalle, la ripresa c'è e continuano a prevalere fattori positivi a livello macroeconomico (tra cui un Euro debole e tassi di interessi ai minimi livelli). Ma la ripresa sarà lenta, soprattutto in Europa e in particolar modo in Italia, a causa della scarsa penetrazione del nostro export sui mercati emergenti, più dinamici. "Con la crisi abbiamo perso otto anni di PIL - ha ricordato Paolazzi - Secondo le nostre stime serviranno quattro anni e tre mesi per recuperare i livelli pre-crisi". L'Assemblea, nella parte privata, ha rinnovato le cariche associative. In Giunta sono stati eletti, per il settore gomma: Astarita Paolo (Trelleborg), Baessato Dario (IVG Colbachini), Benetti Pier Giorgio (Rapisarda Industries), Caylar Jean Paul (Michelin Italiana), Cittadini Paolo (Industrie Ilpea), Dalla Valle Carlo (Prysmian), De Alessandri Massimo (Marangoni), Della Lucia Stefano (Sapsa Bedding), D’Este Alessandro (Pirelli), Fontana Adriano (CF Gomma), Fugazza Ermanno (Cooper-Standard Automotive Italy), Raspone Nicola (Bridgestone Italia). In Giunta, per il settore Plastica sono stati eletti: Baban Alberto (Tapì), Bergaglio Marco (Esbe Italiana), Bosi Tullio (Sirea), Colombo Mariateresa (Macplast), Gallina Dario (Dott. Gallina), Iazzolino Luca (Plastotecnica), Minardi Paolo (Obrist), Miscione Fulvio (Ticinoplast), Mondini Francesco (Sinterplast), Olmo Luigi (Olmo), Spagni Pietro (Petra Polimeri), Zelcher Renato (Crocco). Entrano a far parte del Collegio dei Revisori contabili: Giorgio Leone (Presidente), Sergio Donadeo, Nicola Frangi e Roberto Ornaghi (Effettivi), Ilaria Chiapparini Sacchini e Riccardo Lagonigro (Supplenti). Per i Probiviri: Alessandro Damoli, Massimo Foggini, Maria Luisa Franzini, Omar Liberati, Sergio Rombolotti, Alberto Schiavi.

Prismyan collega l'eolico offshore

14 giugno 2010 - Il gruppo italiano si aggiudica commessa da 200 milioni nel Mare del Nord.Un'altra importante commessa rimpingua il portafoglio Prysmian, società milanese del settore dei cavi e sistemi ad alta tecnologia per l’energia e le telecomunicazioni. Si tratta del progetto BorWin2, che collegherà i parchi eolici Veja Mate e Global Tech 1, situati a circa 125 km dalla costa, con la terraferma allo scopo di immettere energia da fonte rinnovabile nella rete di trasmissione tedesca. Prysmian sarà responsabile per la fornitura completa, l’installazione e il collaudo dei collegamenti in cavo sottomarino e terrestre nell’ambito di un contratto del valore complessivo di oltre 500 milioni di euro siglato dal consorzio formato da Prysmian e Siemens Energy. Quest'ultima fornirà il sistema di convertitori VSC (Voltage Sourced Converter) da 800 MW. Si tratta del primo collegamento in cavo di alta tensione (± 300 kV) in corrente continua (HVDC – High Voltage Direct Current) con isolamento in materiali estrusi: secondo la società, è la classe di tensione più elevata mai raggiunta fino ad oggi in corrente continua con questo tipo di tecnologia. Il sistema in cavo HVDC fornito da Prysmian include cavi di tensione ± 300 kV DC per il collegamento sottomarino (circa 125 km) e terrestre (circa 75 km) con la stazione di conversione di Diele, vicino Papenburg (circa 200 km di tracciato in totale). Altri 39 km di cavo sottomarino estruso da 155 kV in corrente alternata collegheranno le piattaforme dei trasformatori dei parchi eolici con il convertitore offshore. I cavi sottomarini saranno prodotti nello stabilimento Prysmian di Arco Felice (Napoli), mentre quelli terrestri saranno realizzati a Delft, in Olanda. La posa dei cavi sottomarini sarà effettuata dalla nave posacavi “Giulio Verne” (nella foto) di Prysmian e da natanti specializzati in operazioni di posa in acque basse. L’entrata in servizio del collegamento è prevista per il 2013.

Investimenti Prismyan in Cina

7 giugno 2010 - Sarà raddoppiata la produzione di cavi altissima tensione a Baoying.La missione economica italiana in Cina ha offerto a Prysmian una ribalta per annunciare nuovi investimenti nel paese per 20 milioni di euro, che si aggiungono ai 10 milioni stanziati lo scorso anno; che portano a 120 milioni di euro il totale degli investimenti del gruppo italiano nel paese asiatico. Il progetto riguarda il raddoppio della capacità produttiva e l'avvio di nuove tecnologie nello stabilimento di Baoying, dedicato ai cavi e sistemi Altissima e Alta Tensione. Lo stabilimento sarà anche dotato di una seconda “torre verticale” (Vertical Continuous Vulcanization), una delle tecnologie più avanzate nel settore cavi. L'obiettivo - spiega la società - è di rafforzare ulteriormente la leadership tecnologica e la quota di mercato del Gruppo in Cina, in particolare nell'offerta di sistemi fino ai 500 kV, in grado di fornire energia elettrica a intere città; tra l'altro, Prysmian è stata scelta da China State Grid per il nuovo collegamento Altissima Tensione a 500 kV nella provincia di Anhui. Prysmian ha anche siglato un accordo di cooperazione tecnologica con il Wuhan Institute of Technology per sviluppare ricerca e innovazione nel settore dei collegamenti energia ad altissima tensione. La Cina rappresenta oltre il 20% del mercato mondiale dei cavi. Nel Paese, Prysmian fattura circa 160 milioni di euro (+28% rispetto al 2008) e occupa un migliaio di dipendenti in cinque impianti di produzione dedicati a cavi e sistemi Alta Tensione per la trasmissione di energia, cavi speciali per applicazioni industriali, fibre ottiche e cavi in rame per le telecomunicazioni. Fra i clienti strategici, il gruppo italiano annovera i principali operatori di rete nazionali, quali China State Grid, Beijing PSB, Shanghai PSB, Jiangsu PSB, aziende attive nella realizzazione di wind farm - come Guo Dian United Power, Gamesa, Suzlon, SE Wind, -, operatori del settore dei trasporti come CRC (Chang Chun Railway Company), Beijing Metro e Alstom, oltre ad alcuni dei maggiori operatori locali di telecomunicazioni come China Mobile e China Unicom.

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